Il prof. Giampaolo Merlini, il nostro Alunno Direttore scientifico dell’IRCCS Policlinico San Matteo di Pavia, è stato appena insignito di un riconoscimento particolarmente significativo: è infatti il primo vincitore del premio intitolato al suo stesso nome – il Giampaolo Merlini Award – dalla International Society of Amyloidosis, un’associazione globale, le cui radici affondano al 1967 e che patrocina la ricerca sulle amiloidosi, un gruppo di malattie rare gravi e di difficile cura, favorendo il più possibile gli scambi internazionali fra scienziati.
La portata decisiva del contributo fornito dal prof. Merlini nel campo della ricerca sulle amiloidosi sistemiche è conclamata, stanti le sue numerose pubblicazioni in materia, a cui non ha tuttavia mancato di associare un approccio più divulgativo. Per conoscere meglio l’argomento e cogliere la rilevanza della ricerca nel campo, è possibile rivedere le dichiarazioni che ha reso sull’amiloidosi intervenendo nel corso della popolare trasmissione del Tg2, Medicina 33.
Il Giampaolo Merlini Award è stato consegnato dal prof. Giovanni Palladini, direttore del Centro per l’amiloidosi del San Matteo, e costituisce solo un primo passo. “Il premio sarà attribuito ogni due anni a ricercatori che si sono particolarmente distinti nel campo”, ha spiegato infatti il prof. Palladini a La Provincia Pavese. “Sarebbe stato consegnato in occasione del simposio della società che quest’anno avrebbe dovuto tenersi in Spagna, a Tarragona. Tuttavia, a causa della pandemia, il congresso è avvenuto online e la premiazione è stata trasmessa in streaming”.
Giampaolo Merlini non è nuovo a riconoscimenti prestigiosi. Esattamente un anno fa, nel settembre 2019, l’International Myeloma Society gli aveva conferito a Boston il Waldenström Award, che premia le ricerche di maggior spicco al mondo nel campo della lotta al mieloma. Ricevendolo, il prof. Merlini aveva dichiarato che, in realtà, il riconoscimento andava inteso come rivolto “al grande lavoro svolto da tutto il gruppo che si occupa della ricerca e della cura dell’amiloidosi in Policlinico, grazie a cui sono stati sviluppati nuovi strumenti di diagnosi e di cura delle malattie, una volta considerate incurabili, per le quali sono ora disponibili farmaci molto efficaci nel prolungare la durata e la qualità della vita”.
Inoltre, nel 2017, Giampaolo Merlini è stato insignito del Premio Ghislieri alla carriera (edizione “La chimica del talento”), con una motivazione incardinata sul “quarantennale percorso scientifico e clinico di autentico respiro internazionale, arricchito da determinazione e capacità di imprenditorialità scientifica, nella costruzione di una eccellenza italiana, e per presidiare con tenacia ed energia la ricerca di gruppi e il lavoro di laboratori, producendo fondamentali avanzamenti nella comprensione e nella cura di malattie altamente complesse”.
Il profondo legame fra Giampaolo Merlini e il Collegio Ghislieri si è ulteriormente evidenziato nel corso dell’emergenza Coronavirus, patrocinando il fundraising ghisleriano per aiutare il San Matteo a far fronte alla pandemia. Il fundraising, lanciato in marzo, ha coinvolto più di duecentoquaranta donatori raccogliendo circa 78.000 euro, che hanno consentito l’acquisto di sofisticati dispositivi di protezione individuale per il personale medico e paramedico ma, soprattutto, di un simulatore polmonare avanzato, fondamentale strumento di ricerca e formazione per i giovani medici impegnati nella rianimazione. “L’innovazione tecnologica è sempre stata una punta di diamante del San Matteo”, ha dichiarato nell’occasione il prof. Merlini, “perché è alla base di una buona ricerca scientifica. Il Ghislieri è sempre stato una fucina di talento scientifico. Si è trattato di un connubio perfetto fra due istituzioni pavesi, la miglior risposta al CoVid”.
Giampaolo Merlini, Premio Ghislieri 2017 e ghisleriano dal 1970, è Professore ordinario di Biochimica clinica all’Università degli Studi di Pavia, dove si è laureato in Medicina e Chirurgia specializzandosi in Ematologia, Medicina di laboratorio e Medicina interna. Dal 1977 al 1985 si è dedicato all’attività di ricerca presso diverse Università in Europa e negli Stati Uniti, tra cui l’Università di Lund (Svezia), sotto la guida di Jan Waldenström, e la Columbia University di New York, dove Elliot Osserman lo ha introdotto alla ricerca nel campo delle amiloidosi sistemiche. Nel 1985, declinando un posto da Assistant Professor alla Columbia, è tornato al Policlinico San Matteo di Pavia per organizzare e dirigere il Laboratorio di Immunochimica e Biochimica delle proteine e il Centro per lo studio e la cura delle amiloidosi sistemiche. Nel 1995 è stato nominato Direttore dell’Area tecnologie biomediche e biotecnologie presso i laboratori sperimentali del Policlinico. Dal 2015 è Direttore scientifico dell’IRCCS Policlinico San Matteo.