Maria Chiara Manzini, Premio Ghislieri 2010 per la Biomedicina, è Professore Associato di Neuroscienze e Biologia cellulare presso il Child Health Institute of New Jersey e autrice di circa cinquanta pubblicazioni scientifiche dopo un dottorato presso la Columbia University di New York. La sua ricerca, condotta presso il laboratorio che porta il suo nome, verte su come i deficit nello sviluppo cerebrale influiscono sulle funzioni cognitive. Partendo dall’identificazione di geni che causano malattie dello sviluppo neurologico, il suo gruppo di ricerca utilizza modelli animali per ricapitolare la malattia umana, comprenderne la patogenesi e studiarne i meccanismi molecolari di sviluppo, così da poter puntare a nuove terapie.
“Non è facile esprimere l’emozione di cosa abbia voluto dire essere scelta come prima vincitrice del Premio Ghislieri”, racconta la prof. Manzini. “Il solo fatto di essere onorata in parallelo al premio alla carriera a Luca Cavalli-Sforza, uno dei padri della genetica mondiale e uno dei miei eroi scientifici, è stata un’esperienza travolgente e quasi surreale. Questo Premio rappresenta quello che il Ghislieri ha fatto per me da quando vi ho messo piede per la prima volta ventitré anni fa. Prima di tutto, la fiducia nella promessa di una giovane ricercatrice. Una fiducia costante e sempre presente. In un mondo scientifico nel quale, sia in Italia che in America dove vivo da dopo la laurea, essere donna e scienziato è spesso difficile, i dubbi e gli ostacoli abbondano, e c’è sempre stata una certa reticenza a sporgere la testa avanti, il Ghislieri è stato una delle mie rocce. Il riconoscimento dello sforzo fatto, dei successi ottenuti, sostiene e sprona a continuare. La capacità di credere nella carriera dei miei sogni è stata nutrita al Ghislieri grazie a un ambiente meritocratico, multidisciplinare e internazionale”.
“Il Premio Ghislieri, scegliendo ogni anno una disciplina diversa, rappresenta anche questa varietà di esperienze e conoscenze, che si sono trasformate in eccellenze in Italia e nel mondo”, conclude. “Non ho mai saputo se in Collegio ci fosse un intento specifico di coltivare apertura mentale, etica lavorativa, resistenza e leadership, al di là dal fornire un ambiente in cui giovani che già posseggono questi valori possano confrontarsi e sostenersi a vicenda. Quando l’ho vissuto io stessa, non mi sono mai posta queste domande. Nel riflettere su cosa veramente il Premio Ghislieri ha rappresentato per me, mi sono resa conto che il Premio è parte di questo lavoro più o meno nascosto fatto dal Collegio per sostenere gli Alunni, anche anni dopo aver lasciato Pavia”.
L’edizione 2020 del Premio Ghislieri è stata rinviata al 2021 per ragioni di sicurezza. Questi brani sono tratti dalle memorie del Premio Ghislieri rilasciate dai vincitori per il volume Ghislieri450. Un laboratorio d’intelligenze (Einaudi, 2017), curato da Arianna Arisi Rota in occasione del 450° anniversario della fondazione del Collegio Ghislieri. L’albo d’oro del Premio Ghislieri può essere ripercorso sull’apposita pagina di Ghislieri.it. La scorsa edizione – intitolata “Esplorare il passato, indagare il futuro” – è stata vinta dalla giovane storica dell’arte Tiziana D’Angelo e, per la carriera, dall’ingegnere della NASA Cinzia Zuffada.