Francesco Forte, Pasolini e “Petrolio” – Un’intervista a Il Giornale

Quasi mezzo secolo dopo essere rimasto incompiuto – Pasolini morì nel 1975, dopo avere intrapreso il progetto nel 1972 – Petrolio continua a essere al centro di ipotesi, ricostruzioni, tentativi di rileggerlo alla luce di un contesto tutt’altro che cristallino. In un recente articolo su Il Giornale, Alessandro Gnocchi lo definisce “un mostro continuamente in fieri, con lunghe visioni e digressioni, dantesco e postmoderno, inafferrabile, abissale, eppure chiaro”; il protagonista è Carlo Valletti, un immaginario dirigente Eni “attorno al quale ruotano il potere e i misteri del potere”.

Fra i tanti misteri che Petrolio porta con sé, c’è anche quello dell’identificazione delle possibili fonti di ispirazione per la figura del protagonista. Gnocchi abbraccia l’ipotesi che Pasolini abbia corretto alcuni dettagli narrativi relativi al protagonista “quando, nella primavera del 1973, si imbatte sui giornali nella storia di Francesco Forte, l’economista vicepresidente dell’Eni che si rifiutò di firmare i bilanci perché opachi”; inoltre, in almeno due punti decisivi del magmatico materiale allestito da Pasolini si trovano riferimenti espliciti all’economista. Allora il giornalista ha scelto di domandare lumi sulla possibile identificazione fra Carlo Valletti e Francesco Forte proprio a quest’ultimo, il diretto interessato, in una lunga intervista al nostro Alunno ex ministro delle Finanze pubblicata da Il Giornale e che può essere letta integralmente sul sito del quotidiano.

“Sì, sono Carlo, non è un segreto”, esordisce Forte con sicurezza, aggiungendo: “Si può dire che la prima parola del dattiloscritto sia il mio cognome, accompagnato dalla data in cui mi trovai al centro di una grossa polemica sull’Eni, così almeno nella edizione che è stata pubblicata negli Oscar Mondadori”. Quanto alle descrizioni del protagonista, continua Forte, “in qualche pagina sono davvero somigliante, perfino nell’abbigliamento e nella pettinatura. Credo che abbia visto qualche foto sui giornali, o forse è stato tra il pubblico, nei convegni”.

Inoltre Carlo è torinese e Forte ha insegnato a Torino dove ha ereditato la cattedra di Luigi Einaudi; curiose coincidenze ci sono addirittura fra la descrizione della casa del protagonista di Petrolio nel Canavese e la casa di campagna dell’economista, il quale tuttavia esclude che Pasolini possa esserci stato. Del resto, l’economista e lo scrittore non si sono mai incontrati. Forte tuttavia azzarda una ricostruzione di come del materiale su Eugenio Cefis sia arrivato a Pasolini. “Le carte”, suggerisce, “arrivavano a Pasolini dallo psichiatra Elvio Fachinelli, che aveva studiato a Pavia. Avevamo entrambi studiato in collegio, io ero al Ghislieri. Fachinelli era più vecchio di un anno. Io sono sempre stato legato a Pavia, anche dopo aver terminato gli studi, in quanto lì divenni assistente ordinario di Scienza delle Finanze. Non era difficile incontrarsi e conoscersi”.  

Ciò non significa che l’identificazione fra personaggio e persona reale, realtà e narrativa, sia da accettarsi in toto; Forte stesso, peraltro, individua il margine che sancisce la differenza fra sé e il protagonista nel lavoro dello scrittore, che è sempre anzitutto un lavoro sull’interiorità. Infatti, conclude, “naturalmente sono Carlo solo per alcuni aspetti. Carlo è innanzi tutto Pasolini stesso”.

Francesco Forte, ghisleriano dal 1947, ha vinto il Premio Ghislieri alla carriera nel 2018. Intrapresa la carriera accademica nel 1954, come supplente di Ezio Vanoni alla cattedra di Scienza delle Finanze presso l’Università di Milano, è poi diventato Professore ordinario all’Università degli Studi di Torino, succedendo a Luigi Einaudi. Deputato della Repubblica per il PSI nell’VIII e nella IX legislatura, è stato Senatore nelle due legislature successive, durante le quali ha ricoperto il ruolo di Ministro delle Finanze, Ministro per il coordinamento delle politiche comunitarie e Sottosegretario al Ministero degli Esteri. È apprezzato opinionista per svariate testate giornalistiche, fra cui Il Foglio e Il Giornale. Fra le sue numerose opere ricordiamo le più recenti: Einaudi versus Keynes. Due grandi del Novecento e la crisi dei nostri giorni(IBL, 2016), A onor del vero. Un’autobiografia politica e civile(Rubbettino, 2017) ed Ezio Vanoni economista pubblico (Rubbettino, 2009), oltre al Manuale di Scienza delle finanze (Giuffrè, 2020).