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Ripristinare le prove scritte alla Maturità – L’appello di Ilaria Rizzini sul Sole 24 Ore

Anche il Sole 24 Ore ha ripreso l’appello lanciato dalla prof. Ilaria Rizzini, nostra Alunna docente di Latino e Greco al Liceo “Foscolo” di Pavia, in favore del ripristino delle prove scritte alla Maturità. La petizione di Ilaria Rizzini, che può essere firmata su Change.org, spiega che di là dall’attuale situazione di emergenza le prove scritte vadano “ripristinate per non privare l’esame di elementi davvero qualificanti” poiché “nell’arco del quinquennio, agli insegnanti si chiede di valutare gli studenti tramite prove sia scritte sia orali proprio perché diverse modalità di verifica valorizzano e misurano capacità e competenze diverse. Non si comprende perché tale complementarità debba venire meno in sede di esame, momento di sintesi del percorso scolastico”.

In questi giorni si stanno concludendo Esami di Stato del secondo ciclo imperniati sulla consegna e discussione di un elaborato d’indirizzo preparato entro fine maggio a casa, più un orale che determina il 40% del punteggio finale e si articola in tre fasi: analisi e commento di un testo di italiano; costruzione di un percorso interdisciplinare a partire da materiale proposto dalla commissione; presentazione delle proprie esperienze relative a competenze trasversali e orientamento (la vecchia alternanza scuola/lavoro). Il restante punteggio viene attribuito in base ai crediti accumulati nel corso del triennio.

“Se la scuola che si auspica è quella che dota gli allievi di strumenti e non li infarcisce di mere nozioni, anche l’esame dovrebbe verificare l’acquisizione di tali strumenti attraverso le medesime strategie adoperate nei cinque anni precedenti”, conclude la petizione. Ghislieri.it ha raggiunto Ilaria Rizzini per un approfondimento sulla questione, riavvolgendo il nastro all’ultima Maturità ordinaria, tenuta due anni fa. “La situazione del 2019 aveva due note positive rispetto all’attuale”, illustra: “la presenza dei commissari interni e, appunto, quella degli scritti. L’idea dei collegamenti pluridisciplinari a partire da materiali forniti dalla commissione mi pare francamente un’idiozia ma nulla di paragonabile all’assenza di scritti, all’elaborato domestico sostitutivo di seconda prova e all’analisi di un testo letterario noto sostitutiva di prima prova; nonché alla presenza di una commissione che coincide con il medesimo consiglio di classe che ha scrutinato il candidato 15 giorni prima”.

Nel corso degli ultimi vent’anni la Maturità è stata sottoposta a numerosi cambiamenti, diventati quasi parossistici in tempi recentissimi. “A mio parare il modello più efficace visto finora (che non significa affatto il migliore possibile) era quello con tre scritti e colloquio. La terza prova permetteva di valutare competenze argomentative, capacità di sintesi e, oltre al possesso delle conoscenze, la capacità di selezionarle per soddisfare i quesiti in maniera efficace e sintetica. Queste, per me, sono capacità e competenze fondamentali ai fini del percorso universitario e non solo”.

“Queste competenze”, aggiunge, “implicano anche di saper scrivere in un italiano decoroso, il che non è così scontato (anche solo a livello di sintassi e di ortografia). Credo che il macro-obiettivo da perseguire in una scuola degna di questo nome sia insegnare a studiare (far capire che date e dati e definizioni vanno memorizzati, i concetti rielaborati, confrontati, collegati…), a selezionare le conoscenze, a rispondere ai quesiti in maniera pertinente, ad argomentare in maniera coesa e coerente, a esprimersi maniera pulita e chiara”.

L’Esame di Stato ha inoltre la caratteristica, unica nel suo genere, di venire superato da pressoché tutti i candidati: i dati relativi al 2019 danno una percentuale di successo del 99,8%. “Nella scuola italiana invale l’assunto ‘se ammesso, allora promosso’, che una volta era: ‘Noi gli diamo la possibilità di giocarsela davanti alla commissione’; la quale, nella sua componente esterna, un tempo diceva: ‘Se i suoi docenti l’hanno portato fin qui, come possiamo fermarlo noi, che lo abbiamo visto per un’ora in vita nostra?’. Ora, essendo la commissione la stessa che ha scrutinato il candidato, rimane solo il ‘se ammesso, allora promosso’, preceduto da un ‘ammettiamolo, così esce’; come se ad aver promosso il soggetto fino alla quinta fosse stato qualcun altro”.

“Nella scuola italiana vige inoltre lo spettro dei ricorsi”, aggiunge. “Il problema è che nessuno o quasi ha voglia di assumersi la responsabilità della scelta: ovvero, decidere che qualcuno, semplicemente, non ha imparato e non sa abbastanza per superare l’esame (e, prima di tutto, per accedervi). Sottesa a ciò, la convinzione che questa sia un’inutile lotta contro i mulini a vento, nella migliore delle ipotesi; nella peggiore, l’indifferenza, la stanchezza, l’ignavia…”.

Ilaria Rizzini è ghisleriana dal 1987. Dottore di ricerca in Letteratura Greca, insegna Latino e Greco nelle scuole superiori. Già Responsabile della Biblioteca del Collegio Ghislieri, ha tenuto quest’anno il corso interno Pensare il cosmo, pensare la città, pensare la conoscenza, pensare la persuasione. Fra le sue pubblicazioni, segnaliamo L’occhio parlante: per una semiotica dello sguardo nel mondo antico (Istituto veneto di Scienze, Lettere e Arti, 1998). Ha inoltre curato Salvatore Quasimodo e gli autori classici: catalogo delle traduzioni di scrittori greci e latini conservati nel Fondo Manoscritti dell’Università di Pavia (Edizioni di Storia e Letteratura, 2008), il Catalogo del fondo antico della Biblioteca del Collegio Ghislieri di Pavia – Edizioni del XVIII secolo (con Marinella Ceretti e Giuseppina Motta; Ibis, 2004) e Prove di Storia. Saggi di Storia Romana di Aurelio Bernardi (con Giuseppina Motta; Ibis, 2001).