Anzitutto, anche se in copertina campeggia un quadrifoglio, non bisogna confonderla con la fortuna. “La serendipità svela aspetti profondi della logica della scoperta scientifica”, spiega Telmo Pievani, intervenendo al Collegio Ghislieri per presentare Serendipità (Raffaello Cortina editore, 2021). “Nasce da un intreccio di astuzia e curiosità, di sagacia, immaginazione e accidenti colti al volo. Soprattutto, la serendipità ci svela ciò che non sapevamo di non sapere”.
Il video integrale dell’evento è disponibile sul canale YouTube del Collegio Ghislieri.
Si tratta del terzo volume che Pievani, Professore associato di Filosofia delle scienze biologiche all’Università di Padova, dedica a parole chiave della scienza. Negli scorsi anni, sempre per Raffaello Cortina, aveva pubblicato Imperfezione. Una storia naturale e Finitudine. Un romanzo filosofico su fragilità e libertà. Con Serendipità. L’inatteso nella scienza Pievani intende piuttosto ripercorrere l’itinerario talvolta tortuoso, e spesso sorprendente, con cui la scienza ci mette di fronte a risultati inaspettati: “Quante volte ci è capitato di cercare qualcosa e trovare tutt’altro? Una compagna, un compagno, un lavoro, un oggetto. Agli scienziati succede spesso: progettano un esperimento e scoprono l’inatteso, che di solito si rivela assai importante”.
Il concetto di serendipità è ormai entrato nella cultura mainstream, dopo un percorso in fin dei conti “serendipitoso” che lo ha condotto molto lontano dalle origini, da ben prima della fiaba The three princes of Serendip con cui nel 1754 Horace Walpole aveva raccontato le felici peripezie che prendevano avvio dal territorio che si sarebbe poi chiamato Ceylon e oggi Sri Lanka, ispirandosi a una novella orientale che era passata attraverso la riscrittura veneziana di Cristoforo Armeno. “Il rischio è che tutto si riduca a una serie di aneddoti, curiosi e brillanti, certo, però in fondo solo parziali”, ha scritto riguardo al volume Marco Filoni su Repubblica. “Invece Pievani fa ordine. Anzitutto nella sua storia. E poi nelle definizioni”.
La serendipità non va confusa con la fortuna quanto piuttosto assimilata all’abduzione, termine con cui a fine Ottocento C.S. Peirce aveva ritratto “il primo passo del ragionamento scientifico”: quello, per restare al suo celebre esempio, secondo cui vedendo dei fagioli bianchi, e disponendo di una regola secondo cui un determinato sacchetto contiene fagioli bianchi, si deduce che i fagioli che vediamo provengano da quel sacchetto. All’abduzione aveva poi dedicato un memorabile studio Umberto Eco in Sugli specchi e altri saggi.
Procedere a ritroso in questo modo – non solo quindi in modo deduttivo o induttivo – è secondo Pievani la cifra specifica dell’attività scientifica. “A lungo negletta, sottotraccia, nata da un fraintendimento fecondo, la serendipità venne adottata lentamente: dai collezionisti passò agli scienziati, poi deflagrò in espressione modaiola. Il suo inventore, nel Settecento, aveva lasciato la definizione confusa quel tanto che basta per rendere possibili trasformazioni, ulteriori fraintendimenti, irradiazioni di significati, banalizzazioni. Il tessuto comune, però, è la miscela di caso e sagacia osservativa: un impasto di abilità, chiaroveggenza, mente incisiva e fortunata, capacità di scoprire connessioni”.
La presentazione di Serendipità è il secondo appuntamento del ciclo Lanterne scientifiche: una serie di incontri con specialisti di diversi settori, organizzata e moderata dal nostro Alunno Carlo Alberto Redi, Professore ordinario di Zoologia presso l’Università di Pavia, fra i massimi esperti di genomica funzionale e riprogrammazione genetica, presentato pochi giorni fa da un bell’articolo su La Lettura del Corriere della Sera.
Con Lanterne scientifiche il Collegio Ghislieri intende mettere al centro del dibattito la complessità della scienza, a maggior ragione in un periodo storico in cui sempre più insistentemente sono emerse resistenze a ricorrere alla scienza e al suo compito precipuo: dare risposte complesse a una realtà complessa.
Il primo incontro, con Fabio Ciceri e Paola Arosio, è stato dedicato alle nuove prospettive terapeutiche contro il cancro. Dopo l’intervento di Telmo Pievani, altri tre appuntamenti sono in programma per lo stesso ciclo: venerdì 11 marzo invece il celebre matematico Piergiorgio Odifreddi racconta Sorella scimmia, fratello verme. Storie straordinarie di animali, scrittori e scienziati, come recita il titolo del suo nuovo libro edito da Rizzoli. Giovedì 7 aprile tocca a Grazia Pagnotta, studiosa di storia economica che insegna Storia dell’ambiente all’Università di Roma Tre: il suo intervento riprende i contenuti di Prometeo a Fukushima, volume sul rapporto fra l’uomo e l’energia pubblicato da Einaudi. Giovedì 14 aprile è infine la volta di Marco Malvaldi, noto scrittore e specialista di chimica, con La direzione del pensiero. Matematica e filosofia per distinguere cause e conseguenze.