C’è il Collegio Ghislieri nel libro rivelazione di quest’estate, “Le ali del Piccolo principe” (Solferino): il suo autore, lo scrittore piacentino Gabriele Dadati, dopo aver completato la stesura del testo, ha scelto di tornare al Ghislieri per la revisione finale. Una settimana di soggiorno, il lavoro intrecciato alla vita del Collegio e al fascino incantatorio dei ricordi da alunno, le suggestioni da cercare e trovare tra le pagine del libro: Dadati ne parlerà alla presentazione in Collegio, quest’autunno.
La fiaba più tradotta al mondo, “Il Piccolo principe”, è il punto di partenza. Poi una foto, un ritratto in bianco e nero. Un’intuizione, e la voglia di raccontare una storia diversa, poco importa se vera o di fantasia. Tre ingredienti da amalgamare e l’aggiunta, quasi fosse un pizzico di zucchero, della quiete di una stanza in Collegio: da questa ricetta è nato il libro “Le ali del Piccolo principe”, successo editoriale che ha immediatamente mobilitato lettori, giornalisti, critici letterari, trascinati dalla suggestione legata al nome di Antoine de Saint-Exupéry e poi catturati dalla nuova storia e dal libero gioco dei personaggi.
Al racconto (vero e ricostruito con meticolosità) del terzo incidente aereo che nel dicembre del 1935 quasi costò la vita allo scrittore-aviatore (e che storia: i debiti, la voglia del riscatto, la provocazione del volo Parigi-Saigon, la scomparsa del biposto mentre tenta il record di velocità sorvolando il deserto del Sahara), Dadati aggiunge il divertimento di una seconda storia, con una propria autonomia.
Francois de Saint-Exupéry, fratello minore di Antoine, è un ragazzino esangue dai capelli chiari e con una sciarpa bianca al collo: Dadati, quando vede la sua foto, ha una folgorazione. Ecco il Piccolo principe, il protagonista del libro e dei disegni dello scrittore-aviatore. La figurina delicata che i lettori di tutto il mondo impareranno a conoscere.
«La passione per il volo e un grande affetto legavano i fratelli Saint-Exupéry – spiega -. Quando Francois, il più giovane, è morto, Antoine non l’ha mai voluto lasciar andare. E’ diventato il suo Piccolo principe. Suggestione? Forse. Resta il fatto, però, che le storie di Antoine si sono sempre ispirate alla realtà. Non ha mai inventato niente».