“La biografia di Ghinaglia, tanto breve e brutalmente interrotta, incrocia momenti e problemi cruciali dell’Italia di un secolo fa: non solo la crisi del socialismo italiano spazzato dal ‘vento della rivoluzione’ ma anche la Grande Guerra e il primo dopoguerra. È il contesto di una stagione di intensa rivendicazione di diritti nel lavoro e di un vagheggiato riassetto della società, che sanasse povertà nuove e antiche; ma anche del decollo del fascismo squadrista, feroce rivoluzione preventiva che azzerò ogni dialogo e confronto politico”.
La prof. Elisa Signori, nostra Alunna e Professore Ordinario di Storia Contemporanea all’Università di Pavia, sintetizza così il senso e l’importanza della giornata che il Collegio Ghislieri dedicherà al suo Alunno Ferruccio Ghinaglia, militante del neonato Partito Comunista d’Italia brutalmente ucciso, a soli ventun anni, proprio il 21 aprile 1921. Nel centenario esatto della morte di Ghinaglia, la prof. Signori ha organizzato con il prof. Pierangelo Lombardi, docente di Storia dell’Europa Contemporanea presso l’Università di Pavia, il convegno di studi 1921: riforme, rivoluzione, guerra civile. Ferruccio Ghinaglia e il suo tempo.
I primi ricordi di Ghinaglia quest’anno sono stati evocati a gennaio, in occasione del centenario della fondazione del Partito Comunista d’Italia al Congresso di Livorno, che segnò la scissione dal Partito Socialista Italiano. “Ghinaglia partecipò certamente al Congresso che fondò il Pcd’I”, racconta la prof. Signori a Ghislieri.it, “ma soprattutto ispirò e promosse in seno alla Federazione giovanile socialista pavese la linea politica che puntava a scalzare la guida riformista nel socialismo italiano per inaugurarvi una prospettiva schiettamente rivoluzionaria. Nel confronto interno al movimento socialista giovanile il suo impegno conquistò la maggioranza dei consensi nel Convegno della Federazione giovanile socialista pavese tenutosi nel novembre 1920, così che si può dire che a Pavia la successiva scissione di Livorno fosse già una realtà in nuce ben prima del gennaio 1921”.
Né la sua posizione era un unicum all’interno dei giovani socialisti pavesi, caratterizzati in molti da un precoce orientamento scissionista: “Il movimento socialista giovanile su mosse in molti contesti provinciali nello stesso senso, tanto che già Ernesto Ragionieri sottolineava nella scissione di Livorno un aspetto generazionale, giudicandovi decisivo il contributo della Fgsi. Il nuovo partito fu infatti un partito di giovani, in gran parte formatisi politicamente e culturalmente dopo il 1912: la Fgsi vi travasò gran parte dei suoi militanti e della sua rete organizativa, cresciuta negli anni del dopoguerra fino a contare sessantamila aderenti in tutta Italia”. Quanto a Ghinaglia, “è una personalità rappresentativa di quel mondo. Classe 1899, era coetanei o quasi di molti altri appassionati giovani che avevano maturato una posizione critica verso il Partito Socialista ‘adulto’: basti fare i nomi diLuigi Longo, Giuseppe Dozza, Giuseppe Berti, Vittorio Vidali, protagonisti poi della storia del comunismo italiano”.
La storia dei rapporti di Ghinaglia col Ghislieri, di cui divenne Alunno nell’autunno del 1917, è inevitabilmente costellata di strappi e lacune, dovuti anzitutto al fatto che il palazzo del Collegio venisse convertito a ospedale militare già il 24 maggio 1915, pur mantenendo la possibilità nominale di annoverare di anno in anno nuove matricole di cui finanziare gli studi. “Nel gennaio 1918”, spiega la prof. Signori, “solo pochi mesi dopo l’iscrizione a medicina e il concorso riuscito positivo per il Collegio Ghislieri, Ghinaglia fu chiamato alle armi e inviato alla Scuola allievi ufficiali di Modena. Tuttavia le ‘allusioni ad idee socialiste’ e antimilitariste contenute in una lettera al suo amico cremonese Tarquinio Pozzoli, già in carcere a Perugia per ‘disfattismo’, attirarono su di lui le attenzioni dei comandi, che lo esclusero d’autorità dai corsi per allievi ufficiali. Prosciolto poi per insufficienza di prove, Ghinaglia fu quindi arruolato in fanteria, dapprima inviato in zona di guerra come assistente medico, successivamente in servizio presso l’infermeria presidiaria a Cremona”. Il 20 gennaio 2020, dopo due anni di servizio, fu congedato col grado di sergente.
“Non sappiamo esattamente quando e se Ghinaglia entrò materialmente nel Collegio Ghislieri, che fu riattato a convitto con sistemazioni edilizie protrattesi fino al 1922”. Fra i suoi compagni di Collegio c’era un altro giovane militante socialista, Eugenio Pennati, che partecipò al Convegno di Livorno ma optò per la linea moderata scegliendo di restare nel PSI. Il loro rapporto, testimoniato dal commosso ricordo di Ghinaglia vergato da Pennati oltre trent’anni dopo la morte, è un esempio del fervido dibattito politico in Ghislieri sotto il Rettorato di Pietro Ciapessoni, negli che dal dopoguerra portarono al regime fascista. “Nei suoi ricordi Pennati racconta di ‘lunghi conversari sotto le volte ispiratrici del Ghislieri’, nei quali si confrontava con Ghinaglia. Ad avvicinarli erano ‘la comune vocazione politica e il credo comune in un mondo migliore’, scrive Pennati, ma ‘motivi diversi ispiravano il nostro impegno […] poiché il fine ci univa ma il metodo ci separava’. Nel gruppo studentesco di socialista di Pavia Pennati, insieme ad altri allievi di Benvenuto Griziotti all’università, come Giuseppe Faravelli, Roberto Veratti, Riccardo Jucker ed Ezio Vanoni, era convinto assertore del progetto riformista. Il suo gruppo riformista fu tuttavia sconfitto nel congresso provinciale già citato, nel novembre 1920”.
Nell’intricato scenario del primo dopoguerra “Ghinaglia si impegnò con la generosità e la passione dei suoi vent’anni”, conclude la prof. Signori, “da un lato votandosi allo studio della medicina, intesa come strumento di emancipazione e giustizia sociale; dall’altro percorrendo una traiettoria coerente dal pacifismo all’antimilitarismo, all’anelito rivoluzionario e all’intransigenza contro il nascente fascismo. Per questo la sua vicenda, e l’assassinio impunito per mano fascista, sono diventati simboli e paradigmi della memoria dell’antifascismo e come tali evocati clandestinamente durante il Ventennio e, pubblicamente, dopo la Liberazione”.
Il convegno 1921: riforme, rivoluzione, guerra civile. Ferruccio Ghinaglia e il suo tempo, a cura di Elisa Signori, avrà inizio alle 9:30 di mercoledì 21 aprile 2021 ed è ospitato nell’aula virtuale del Collegio Ghislieri con il patrocinio dell’Università di Pavia, del Centro per la Storia dell’Università di Pavia (CeSUP), del Centro per la Storia delle Università, dell’Istituto Pavese per la Storia della Resistenza e dell’Età Contemporanea e dell’A.N.P.I. – Sezione di Pavia. Interverranno Marcello Flores (Università di Siena), con Guerra e rivoluzione: socialisti e comunisti in Italia; Giulia Albanese (Università di Padova), con Politica e violenza alle origini del fascismo; Elisa Signori (Università di Pavia), con Ferruccio Ghinaglia, uno studente nel mirino del fascismo; Nicola Del Corno (Università di Milano), con Fra dopoguerra, fascismo e comunismo: l’utopia riformista dei giovani socialisti di ‘Libertà!’; Luca Gorgolini (Università della Repubblica di San Marino), con I giovani rivoluzionari e la ‘guerra civile’; e Pierangelo Lombardi (Università di Pavia), con Fascismo pavese e ‘paradigma lomellino’. Le conclusioni saranno affidate a Paolo Pombeni, dell’Università di Bologna.
Il convegno si terrà in streaming. Per partecipare bisogna compilare questo modulo. Il link d’accesso sarà inviato agli iscritti. Il video integrale dell’evento sarà disponibile dal giorno successivo sul canale YouTube del Collegio e sul calendario generale degli eventi di Ghislieri.it.