Pochi mesi dopo la scomparsa di Luigi Luca Cavalli Sforza, genetista di fama mondiale che mosse i suoi primi passi da studioso in Ghislieri, il Collegio ha scelto di dedicare una mostra alla radicata tradizione della medicina fra i suoi Alunni. Così è nata l’esposizione Una materia che parlava al mio cuore: studi e studenti di scienze biomediche al Collegio Ghislieri tra Sette e Novecento.
Ideata dalla dott. Giulia Delogu e curata assieme a lei dai giovani Daniele Amodio, Massimiliano Bianchini, Matteo Scodanibbio, Ludovica Taurisano e Giuseppe Paolo Grieco, tutti Alunni del Collegio, la mostra ha presentato al pubblico raro materiale d’archivio sul periodo trascorso in Ghislieri da luminari della biomedicina, nonché testimonianze del loro affetto per il Collegio nel corso degli anni adulti. È stata anche l’occasione per concentrare in una sala le testimonianze del rilevante e spesso decisivo contributo dato dal Collegio Ghislieri alla formazione degli scienziati e al progresso della scienza nel corso di tre secoli, traendo spunto per i contenuti storici dagli studi in materia condotti dagli Alunni prof. Paolo Mazzarello e prof. Federico Focher.
“Già la fine del Settecento”, spiega la dott. Delogu, “vide emergere al Collegio Ghislieri una serie di personalità di spicco nel campo delle scienze biomediche. Questa felice stagione si ricollegava al profondo mutamento dell’Università di Pavia, investita da un piano di riforme volute da Maria Teresa d’Austria, che ne fece un centro di prim’ordine a livello internazionale. È questo il clima in cui si formarono due illustri medici legati al Collegio Ghislieri: Luigi Sacco e Giovanni Rasori. Sacco, al quale è intitolato oggi uno dei più importanti ospedali di Milano, entrò in Collegio nel 1787 e si distinse fin da subito come sostenitore del vaccino. Rasori invece non fu studente del Ghislieri ma ne fu Rettore a partire dal 1796, prima di proseguire la sua carriera medica all’Ospedale Maggiore di Milano dove pose le basi per la statistica medica. Fu anche il precursore dello studio epidemiologico, come gli riconobbe il suo allievo Agostino Bassi, che arrivò poi a illuminare per primo i meccanismi della moderna microbiologia”.
Nel corso dei secoli successivi furono ancora di più gli Alunni destinati a lasciare un segno indelebile nello sviluppo delle scienze biomediche. “Il nuovo sistema di selezione basato esclusivamente sul merito”, continua la dott. Delogu, “vide già nell’Ottocento il fiorire di una generazione di Alunni illustri in tutti i campi. Tra questi lo zoologo Battista Grassi, al quale si deve la comprensione dell’origine della malaria. Sotto Camillo Golgi inoltre si formarono i ghisleriani Agostino Gemelli e Achille Monti. Gemelli si laureò con una tesi sull’embriologia e l’anatomia dell’ipofisi e, nel 1921, fondò l’Università Cattolica a Milano. Monti divenne l’erede di Golgi e gli successe alla direzione del suo laboratorio d’avanguardia”.
“Furono ghisleriani anche gli autori della più importante scoperta biochimica realizzata a Pavia nel coro del Novecento”, conclude la dott. Delogu: “Vittorio Erspamer e Maffo Vialli, che nel 1937 identificarono la serotonina. Furono notevoli anche i contributi in campo neuro-psicologico; in Ghislieri studiò Carlo Besta, al quale è dedicato l’Ospedale Neurologico di Milano, e Paolo Pinelli, pioniere dell’elettromiografia clinica. Non ultimo, Luigi Luca Cavalli Sforza: entrò in Collegio nel 1939 e, dopo una breve esperienza come medico, divenne ricercatore a Cambridge e a Madison negli Usa, dove scoprì l’importanza della deriva genetica, ossia la componente puramente casuale nella variabilità di una specie. Di qui intraprese ricerche interdisciplinari che lo portarono a definire tempi e modi della rivoluzione neolitica in Europa e della diffusione dell’Homo sapiens nel mondo”.
Il catalogo della mostra, stampato da Fargo Studio, è un’opportunità per poter conservare nella propria collezione la riproduzione di materiale raro: dal frontespizio dell’opuscolo firmato sotto falso nome da Sacco per propagandare il vaccino al certificato manoscritto che comprova i risultati ottenuti dalle ricerche di Bassi; dalla nota con cui l’Accademia dei Lincei comunica a Grassi il valore scientifico della sua scoperta sulla malaria ai documenti d’ammissione in Collegio di Besta e di Gemelli; dalla testimonianza di Rita Levi Montalcini in favore dell’assegnazione (mai riuscita) del Nobel a Erspamer alla riproduzione di alcune lettere di Cavalli Sforza; dai documenti universitari di Luigi Spandrio, grande studioso di Chimica biologica, alle testimonianze della ricerca contro il cancro compiuta dall’ematologo Carlo Bernasconi, a lungo Presidente del Consiglio d’Amministrazione del Collegio.
Si tratta della sesta mostra ideata da Giulia Delogu sulla storia del Ghislieri. Per ciascuna è disponibile il catalogo illustrato: Da matricola a perfetto soldatino: testimonianze di Alunni del Collegio Ghislieri dal fronte (1915-1918); L’eleganza di lanciar piatti: il Ghislieri in rivoluzione (1796-1799); Ne fu cacciato Goldoni ora ci entrano le donne: i primi 50 anni della Fondazione Sandra Bruni; L’esperienza che mi cambiò forse più di ogni altra: la storia del Ghislieri raccontata attraverso i suoi alunni; e infine In questa perennità di giovani: il Collegio Ghislieri durante il rettorato di Pietro Ciapessoni (1914-1943).