Domenica 17 novembre alle 11.30 l’Aula Magna del Collegio Ghislieri ha fatto da cornice all’ultimo appuntamento della rassegna, ospitando la conversazione dal titolo Una scrittura scolpita nei silenzi. La scrittrice Donatella Di Pietrantonio, vincitrice del Premio Strega 2024 con il libro L’età fragile, ha dialogato con Giuseppe Antonelli, raccontando il legame tra la durezza del paesaggio e le passioni umane, offrendo in tal modo uno sguardo intimo e profondo sulle sue opere.
Il libro: L’età fragile (Einaudi)
All’origine di questo lavoro c’è un episodio di cronaca che risale agli anni Novanta e ha come teatro il cuore dell’Abruzzo appenninico, dove l’orrore si era insinuato in un luogo fino ad allora immacolato. Amanda prende per un soffio uno degli ultimi treni e torna a casa, in quel paese vicino a Pescara da cui era scappata di corsa. A sua madre basta uno sguardo per capire che qualcosa in lei si è spento: i primi tempi a Milano aveva le luci della città negli occhi, ora sembra che desideri soltanto scomparire, si chiude in camera e non parla quasi. Lucia vorrebbe tenerla al riparo da tutto, anche a costo di soffocarla, ma c’è un segreto che non può nasconderle. Sotto il Dente del Lupo, su un terreno che appartiene alla loro famiglia e adesso fa gola agli speculatori edilizi, si vedono ancora i resti di un campeggio dove tanti anni prima è successo un fatto terribile. A volte il tempo decide di tornare indietro: sotto a quella montagna che Lucia ha sempre cercato di dimenticare, tra i pascoli e i boschi della sua età fragile, tutti i fili si tendono. Stretta fra il vecchio padre cosí radicato nella terra e questa figlia piú cocciuta di lui, Lucia capisce che c’è una forza che la attraversa. Forse la nostra unica eredità sono le ferite.
Con la sua scrittura scabra, vibratile e profonda, capace di farci sentire il peso di un’occhiata e il suono di una domanda senza risposta, Donatella Di Pietrantonio tocca in questo romanzo una tensione tutta nuova.
L’autrice
Donatella Di Pietrantonio ha 62 anni, lavora come dentista pediatrica e vive a Penne, paese di 11mila abitanti in provincia di Pescara. Ha pubblicato il suo primo romanzo a 49 anni. Poi, in meno di 15 anni, ne ha scritti altri quattro ottenendo un grande successo di pubblico. Con L’Arminuta (Einaudi 2017, tradotto in piú di 30 Paesi) ha vinto numerosi premi, tra cui il Premio Campiello, il Premio Napoli e il Premio Alassio. Per Einaudi ha pubblicato anche Mia madre è un fiume (prima edizione Elliot 2011) con cui ha vinto il Premio Tropea, Bella mia (prima edizione Elliot 2014) con cui ha partecipato al Premio Strega 2014 e ha vinto il Premio Brancati, Borgo Sud (2020) finalista al Premio Strega 2021 e L’età fragile (2023) vincitore del Premio Strega Giovani 2024 e del Premio strega 2024. Per la sceneggiatura del film L’Arminuta di Giuseppe Bonito ha vinto il David di Donatello insieme a Monica Zapelli.
Fotogallery (foto Serena Campanini – Elisabetta Baracchi)