Il Ghislieri e la cultura come mezzo di riscatto – Il 10 marzo la lectio di Monsignor Sapienza per l’Associazione Alunni

“Un’attenzione piena di stima” rivolta a una “eletta aristocrazia dell’amore e della scienza, che nella operosa quiete del Ghislieri temprano l’animo e l’intelletto alla responsabilità del domani”: con questo sentimento Papa Paolo VI aveva parlato agli studenti del Collegio che erano andati a rendergli visita in Vaticano il 5 aprile 1966. Prendendo le mosse da questo storico incontro, l’Associazione Alunni del Collegio Ghislieri ha invitato a Pavia monsignor Leonardo Sapienza, Reggente della Casa Pontificia e massimo biografo vivente di Papa Montini.

Monsignor Sapienza terrà la lectio magistralis La cultura come mezzo di riscatto dei popoli. Il Ghislieri nelle parole di Paolo VI giovedì 10 marzo alle ore 17, nell’Aula Magna del Collegio Ghislieri. È possibile partecipare prenotandosi – fino a esaurimento posti – con una mail all’indirizzo eventi@echo.pv.it.

Autore e curatore di oltre duecento libri, tradotti in diverse lingue, Monsignor Sapienza ha dedicato alla figura del Pontefice lombardo numerosi volumi, ultimo dei quali Paolo VI. Un uomo che tende le mani (San Paolo edizioni, 2019). Pochi mesi fa è inoltre uscita a sua cura una interessante raccolta di discorsi tenuti da Paolo VI negli ultimi anni di pontificato, intitolata Povero cuore di vescovo! (Viverein, 2021). Nel 1987 Monsignor Sapienza è stato trasferito alla Prefettura della Casa Pontificia in qualità di addetto al protocollo, mentre dal 2012, in qualità di Reggente, ha assunto l’incarico di organizzare le visite pastorali del Papa a Roma e in Italia.

Con questo prestigioso appuntamento, l’Associazione Alunni intende onorare il quattrocentocinquantesimo anniversario della scomparsa di Pio V, il pontefice fondatore del Collegio. Proprio all’Associazione Alunni Paolo VI aveva indirizzato nel 1966 un saluto speciale, definendoli “schiera autorevole e benemerita della cultura, della scienza, della medicina, venuti anch’essi in questo incontro di anime per i vincoli non mai allentati, che li uniscono tuttora, pur nell’impegno della professione, al Collegio della loro giovinezza feconda”.

Il Ghislieri del 1966 era un’istituzione in piena trasformazione, a conferma di una plurisecolare vitalità che da sempre aveva consentito al Collegio di adeguarsi ai cambiamenti proposti dalla storia. A un anno dalla celebrazione dei quattrocento anni dalla sua fondazione, avvenuta nel 1567, il Ghislieri recatosi in visita da Paolo VI era alla vigilia di una trasformazione epocale: nel novembre 1966 avrebbero fatto ingresso in Collegio le prime Alunne, rendendolo così il primo collegio universitario misto d’Italia e uno dei primi in Europa.

“Dal suo passato più recente, il Collegio può trarre auspici sicuri per il futuro”, scriveva in quel periodo l’allora Rettore del Ghislieri, Aurelio Bernardi. “Ma la storia cammina e non concede di impigrire sulle mete raggiunte: ai valori acquisiti, se ne aggiungono di nuovi, quelli che maturano con le conquiste del pensiero e con l’evolversi delle tecniche del vivere”.

Questa capacità del Ghislieri di garantire e premiare l’eccellenza negli studi in contesti di continua trasformazione veniva colta appieno dalle parole Paolo VI: “Pur nelle mutate condizioni dei tempi, siete vissuti e vivete nella calma e signorile atmosfera di cultura e di famiglia del Collegio, immersi nel suo immutato tenore di vita e di orientamento. Il fatto è che il Ghislieri costituisce un tipo ideale di vita universitaria, sia per la possibilità che offre allo studente di studiare, condizione elementare e indispensabile perché il tempo più prezioso della vita non sia consumato in facili dispersioni, o in duri e miseri sforzi per un rendimento appena sufficiente, condizione quasi sempre mancata allo studente del nostro Paese; e sia per l’invito e per l’addestramento che il Collegio offre a quei certamina veritas che devono condurre l’Alunno ai vertici superiori del pensiero”.

“È questa la sintesi che attende anche l’uomo moderno”, aveva concluso il Pontefice, “per offrirgli, unica valevole fra tutte, le soluzioni che egli attende, spesso purtroppo fuorviato da avventure di pensiero aride e mortificanti, che ne spengolo lo slancio spirituale con la loro desolata unilateralità”.

L’anno successivo, ricevendo in dono il volume con cui il Ghislieri celebrava il proprio quadricentenario, Paolo VI aggiungeva ulteriori parole di elogio per l’attività del Collegio, lodandone “intelligenza e passione” nonché il “contributo alla formazione intellettuale e morale di un’ininterrotta successione di giovani, distintisi poi in tutti i campi della vita d’Italia”. Il discorso di Papa Paolo VI è disponibile in forma integrale negli archivi virtuali del Vaticano.