Perché scegliere il Ghislieri – All’avanguardia della parità

Il Collegio Ghislieri è stato il primo collegio universitario misto in Italia e fra i primissimi in Europa. Ha ammesso le prime studentesse nel 1966, solo due anni dopo il Darwin College di Cambridge, e sei anni prima del King’s College di Cambridge, otto anni prima di qualsiasi college di Oxford, quarantatré anni prima del Collegio Borromeo di Pavia.

Sin dal 1910 il Consiglio d’Amministrazione aveva iniziato a valutare l’apertura di una sezione femminile in Collegio, in estremo anticipo rispetto alla sensibilità collettiva dell’Italia dell’epoca; la sua laboriosa gestazione venne però interrotta dallo scoppio della Prima Guerra Mondiale nel 1914, e inevitabilmente l’idea fu accantonata con l’avvento del fascismo. Negli anni della ricostruzione, la questione venne ripresa. Il principale ostacolo consisteva nel testo della bolla con cui, nel 1567, papa Pio V aveva fondato il Ghislieri: poiché nel sedicesimo secolo le donne non frequentavano le università, quell’antico testo parlava implicitamente di un Collegio destinato a studenti. I fautori dell’ammissione delle donne, del resto, poterono agevolmente fare leva sul fatto che, non menzionandole, la bolla di fondazione non escludeva espressamente le studentesse.

La svolta decisiva avvenne grazie al concreto intervento di Sandra Bruni: laureata in matematica nel 1919, femminista, da tempo associata al marito Enea Mattei nella gestione delle aziende di famiglia. Era ferma convinzione di Sandra Bruni che si dovesse fare di più e di meglio per l’istruzione femminile in Italia; e, potendo disporre di un cospicuo patrimonio, decise di votarlo a quest’obiettivo. Sandra Bruni vide nel Collegio Ghislieri il terreno più fertile per il suo progetto di affermazione delle donne e raggiungimento della parità fra studentesse e studenti.

Già al 1957 può essere fatta risalire la prima ghisleriana: Ornella Rando, che beneficiò di una borsa di studio interamente finanziata da Sandra Bruni ed espressamente destinata a una studentessa. Mancava ancora, però, un alloggio per le ragazze; quindi la prima ghisleriana fu provvisoriamente ospitata nel vicino collegio Castiglioni, interamente femminile.

Pochi anni dopo, la situazione cambiò per sempre. Sandra Bruni finanziò la costruzione della sezione femminile del Collegio Ghislieri, che fu aperta con decreto del Presidente della Repubblica, Giuseppe Saragat, nel 1966. A quattrocento anni dalla fondazione del Collegio, entravano a viverci le prime quaranta alunne. Da allora, il Collegio ne ha ospitate più di mille, che oggi vivono e lavorano con successo non solo in Italia ma negli Stati Uniti, in Gran Bretagna, in Francia, in Germania, in Scandinavia, in Grecia, in Cina e in molte altre nazioni ancora. Un quarto di loro ha intrapreso la propria carriera nella ricerca accademica, sovente nelle materie STEM (Science, Technology, Engineering and Mathematics).

I passi successivi andarono svelti verso una sempre maggiore parità, che ormai possiamo considerare pienamente raggiunta.  In un’Italia ancora restia, in Ghislieri presto venne meno l’originaria separazione fra le mense, si diede libero accesso di tutti e tutte a qualsiasi ambiente del Collegio senza distinzione, si favorì il confronto continuo fra studentesse e studenti. L’ultimo tassello è stato, paradossalmente, la chiusura nominale della sezione femminile, almeno così come era nata: se infatti nel 1966 era stato necessario creare una apposita Fondazione Sandra Bruni associata al Collegio Ghislieri, da qualche anno entrambe sono state fuse in un’unica Fondazione Ghislieri.

Da più di mezzo secolo, quindi, le Alunne tengono vivi i rapporti di gratitudine col Ghislieri. “Sono grata al Collegio”, scrive da Londra Giovanna Bertazzoni, ghisleriana dal 1987 e attualmente co-chairman del Dipartimento di Arte impressionista e Moderna di Christie’s: “Il Ghislieri ha avuto una parte importante nel mio percorso di vita e lavoro, permettendomi di dare forma ai sogni giovanili, diventati scelta cosciente e matura”. Da Cambridge conferma Giulia Biffi, ghisleriana dal 2005 e celebre per la scoperta del DNA a quadrupla elica: “Il Collegio è stato molto più di un’occasione di formazione culturale e sociale: è un luogo in cui sono orgogliosa di aver potuto vivere. Mi ha arricchito di una seconda famiglia e molti ricordi. Ogni volta che torno a Pavia è automatico che mi emozioni e sorrida camminando verso il Collegio, che rimane per me il cuore pulsante di questa città”.

Daniela Bortoletto, ghisleriana dal 1977 e capo del Dipartimento di Fisica delle particelle all’Università di Oxford, racconta che “i quattro anni di Collegio sono stati un’esperienza fantastica. La vita in Ghislieri mi ha permesso di passare momenti preziosi con studenti che lavoravano in aree accademiche diverse dalla mia; la ricchezza di queste interazioni ha creato connessioni che hanno sicuramente ampliato il mio orizzonte. La disciplina di lavorare sodo, essere organizzata e completare tutti gli esami in tempo mi ha aiutata nella pianificazione della mia carriera”. Concorda Elena Conti, ghisleriana dal 1986, direttrice del Dipartimento di Biologia strutturale del Max Planck Institute di Monaco di Baviera: “Da Londra a New York per approdare infine in Germania, ho avuto opportunità straordinarie di crescita professionale e personale, ma gli anni al Ghislieri rimangono il ‘salto quantico’ più determinante della mia vita, e quello che ricordo più caramente”. Dal New Jersey, dove dirige un laboratorio del Rutgers Child Health Institute, la neuroscienziata Maria Chiara Manzini, ghisleriana dal 1993, ricorda che “il Ghislieri mi ha dato tanto attraverso vari stadi della mia carriera ed è stato determinante nel forgiare la persona che sono adesso”. Conclude Cinzia Zuffada, ghisleriana dal 1974, Cavaliere al merito della Repubblica, da trent’anni ingegnere alla Nasa: “In Collegio ho formato alcune delle amicizie significative della mia vita e ho anche incontrato i primi role model tra le studentesse di Ingegneria che si stavano laureando quando io ero matricola. E questo forse, in un periodo in cui si ponevano ancora poche aspettative nelle donne, rappresenta il dono più importante e il ricordo più indelebile”.

Le dichiarazioni delle Alunne e le notizie storiche sull’ingresso delle studentesse in Ghislieri sono tratte da “Ne fu cacciato Goldoni ora ci entrano le donne”. I primi 50 anni della Fondazione Sandra Bruni, Sezione femminile del Collegio Ghislieri, catalogo della mostra del 2016 a cura di Giulia Delogu con Elena Serina.