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Davide Ravelli sul nuovo numero di Science
Populations of ancient France | Science

Il chimico Davide Ravelli, nostro Alunno e ricercatore presso il Dipartimento di Chimica dell’Università degli Studi di Pavia, è fra gli autori del numero di Science pubblicato questa settimana (vol. 369, issue 6499, 3 luglio 2020).

L’articolo – intitolato C(sp3)-H functionalizations of light hydrocarbons using decatungstate photocatalysis in flow – illustra uno studio condotto da Ravelli assieme a studiosi di università olandesi, cinesi e britanniche, ed è firmato da Gabriele Laudadio, Yuchao Deng, Klaas van der Wal, Davide Ravelli, Manuel Nuño, Maurizio Fagnoni, Duncan Guthrie, Yuhan Sun e Thimothy Noël.

“Questo lavoro”, spiega Ravelli a Ghislieri.it, “nasce dalla collaborazione tra il gruppo dell’Università di Pavia di cui faccio parte (il PhotoGreen Lab, insieme al prof. Maurizio Fagnoni) e il gruppo del prof. Timothy Noël a Eindhoven. In particolare, abbiamo messo a punto un metodo in grado di sfruttare gli alcani gassosi (propano, etano e, addirittura, metano) per scopi sintetici, in reazioni che prevedono la formazione di legami carbonio-carbonio. Questi derivati, contenenti unicamente carbonio e idrogeno, sono considerati tra le molecole meno reattive in assoluto e il loro utilizzo in sintesi è severamente limitato dalla forza dei loro legami. Il nostro approccio riesce a superare questo ostacolo sfruttando un catalizzatore specifico, l’anione decatungstato, che risulta attivo solo quando irraggiato con una opportuna sorgente luminosa, in un certo senso in maniera analoga a quello che succede in natura con il processo della fotosintesi clorofilliana. Inoltre, il nostro metodo permette di lavorare a temperatura ambiente, in condizioni estremamente blande, come suggerito dai principi della Chimica Verde”.

Ghisleriano dal 2003 (stesso anno del fisico Giacomo Prando, che ha appena firmato un articolo per Nature Chemistry) Ravelli è infatti senior researcher del PhotoGreen Lab dell’Università di Pavia, un gruppo che si occupa di scoprire nuove reazioni eco-compatibili e di fornire alternative sostenibili alle tradizionali sintesi chimiche, che abbiano come tratto comune l’utilizzo della luce: il reagente più pulito che un chimico possa utilizzare, in quanto non lascia residui nell’ambiente. Nel 2015 ha inoltre ottenuto un finanziamento SIR (Scientific Independence of Young Researchers) col progetto “Organic synthesis via visible light photocatalytic hydrogen transfer”. La sua sfera di interesse – anche in quanto visiting scholar presso i gruppi Knowles dell’Università di Princeton e Waldvogel presso l’università di Mainz – ricade nelle reazioni fotochimiche e nelle loro applicazioni in vari campi, a cominciare dalle sintesi organiche, oltre a vertere sulla valutazione e sulla minimizzazione dell’impatto ambientale dei processi chimici.