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Il Papa che fondò il Ghislieri – Gianpaolo Angelini racconta Pio V mecenate delle arti

“Pio V è uno degli ultimi pontefici del tardo Rinascimento. Nel momento in cui sale al soglio pontificio, Roma ha alle spalle una lunga e fiorente stagione artistica. La sua fama di pontefice rigorista, molto attento all’ortodossia cattolica, mise sull’allerta moltissime persone nell’ambito artistico e letterario, essendo ben nota la sua ostilità nei confronti di queste manifestazioni dello spirito umano. Eppure Pio V, fino a quel momento apparentemente indifferente a quel contesto, seppe coglierne degli spunti per la propria attività di pontefice”.

Questo è il contesto tratteggiato da Gianpaolo Angelini, il nostro Alunno docente di Museologia all’Università di Pavia, che interviene nel ciclo di approfondimenti che il Collegio Ghislieri dedica a Pio V in prossimità dell’anniversario della sua fondazione. Dall’intervista ad Angelini – il cui video integrale è disponibile sul nostro canale YouTube – emerge una figura di Pio V in netto contrasto con quella consegnata alla storia dell’arte.

“La storiografia sostiene che non fu mai mecenate di grandi artisti: tuttavia non è vero”, argomenta il prof. Angelini. “Le sue committenze sono tutte fuori dai confini della città eterna e sono di rilievo. Due sono nella Lombardia storica: il grande complesso conventuale di Santa Croce a Bosco (oggi Bosco Marengo, provincia di Alessandria) e il complesso del Collegio Ghislieri di Pavia”.

L’approccio di Pio V all’arte fu dunque imperniato su un’attenzione a “un’idea di magnificenza che non riguardava tanto la persona del pontefice o i membri della famiglia cardinalizia ma i luoghi che esprimevano la presenza terrena del sacro. Per la chiesa di Santa Croce fece arrivare da Roma dei professionisti, dei progettisti, delle maestranze di altissima caratura. Fra loro c’è anche Vasari, che realizza il grande complesso della macchina vasariana; ma in tutta l’operazione notiamo un’attenzione all’antico recuperato come mezzo per ribadire la grandezza della Chiesa, anche tramite l’utilizzo di antichi marmi policromi importati appositamente da Roma e dal Lazio. Sotto questo aspetto, si può dire che Pio V sia stato – a sorpresa – un grande mecenate”.

“Era un appassionato e fervente cultore del Beato Angelico, pittore di transizione fra Medioevo e Rinascimento”, continua, “pittore dotato di un’idea di sacralità forse un po’ arcaica che Pio V fece rinnovare commissionando una grande replica del suo Giudizio Universale a Bartholomaeus Spranger. Federico Zeri la definì una delle opere capitali che inaugurano una stagione di arte senza tempo, un’arte che richiami alcuni capisaldi dell’immaginario cristiano. L’idea di Pio V è quella di proporre modelli artistici eterni, sempre validi”.

A Gianpaolo Angelini si deve il monumentale volume illustrato edito da Mondadori Electa e dedicato al patrimonio architettonico e artistico del Collegio Ghislieri (Il Collegio Ghislieri di Pavia 1567-2017). Il seguito della sua intervista, disponibile online, affronta infatti anche le scelte architettoniche nella costruzione del Palazzo del Collegio e l’evoluzione della raffigurazione di Pio V nei secoli, in Ghislieri e nel resto d’Italia.

Con questo articolo prosegue la serie di approfondimenti con cui Ghislieri.it intende celebrare la figura del suo fondatore nel quattrocentocinquantesimo anniversario della scomparsa e nel mese in cui cade la nascita del Collegio Ghislieri, datata 27 novembre 1567. Il primo è stato l’intervista a Virginio Bono sulla vita di Pio V.