“Quando si arriva in questo continente sembra che il Creatore ci abbia riprovato”, disse Darwin sbarcando in Oceania e notando che vi si trovavano o specie esclusive del luogo o le stesse specie dell’emisfero boreale ma di tipo diverso. “Quando arrivò era ancora uno studente di teologia ma ne tornò agnostico, al punto che dalla sua autobiografia postuma le pagine della religione furono espunte”, spiega Piergiorgio Odifreddi presentando al Collegio Ghislieri Sorella scimmia, fratello verme (Rizzoli, 2021) nell’ambito del ciclo Lanterne scientifiche.
“Alle Galapagos, all’epoca colonia penale, Darwin scoprì tartarughe che erano simili fra loro ma dotate di caratteristiche differenti in ciascuna delle isole”, continua Odifreddi. “Inizia così a pensare al cosiddetto effetto del fondatore, con cui vengono fissate determinate caratteristiche trasmesse ai discendenti in piccole comunità animali isolate. A Darwin dobbiamo tuttavia l’idea che uomo e animale siano diversi solo per gradazione. È per questo che gli animali parlano di noi in un modo che, come diceva Jacques Monod, vale dal batterio all’elefante”.
L’esempio avanzato da Odifreddi è quello delle api: “Le api ci dimostrano che non siamo l’unica specie dotata di pensiero e di parola. Karl von Frisch ha dimostrato che le api sapevano utilizzare un linguaggio e che, rispetto agli uomini, cambiavano solo gli strumenti di comunicazione. Le api danzano per comunicare informazioni sul polline, indicandone con precisione coordinate e distanza. Di fronte ai suoi assistenti increduli, von Frisch era in grado di interpretare il linguaggio sulle api annunciando come si sarebbero comportate di conseguenza”.
Proprio alle api Tolstoj dedica una lunga digressione in Guerra e pace: “Si tratta di alcune pagine che iniziano come paragone politico: Mosca deserta è un alveare senza ape regina, e si sa che le api sono animali sociali che, senza guida, restano spaesate. Poi però diventano una descrizione minuziosa e colta degli alveari che Tolstoj aveva sotto gli occhi a Jasnaja Poljana. Anche per questo in ciascun capitolo del libro ho cercato di inserire uno scrittore che avesse parlato di un animale: se ci si concentra sugli animali si può vedere l’unità di fondo fra cultura umanistica e cultura scientifica ma anche i risultati concreti di una ricerca scientifica spesso percepita come esclusivamente teorica”.
Sorella scimmia, fratello verme però non contempla solo riferimenti all’etologia e alla biologia animale. Alcuni capitoli del libro parlano degli animali sotto aspetti matematici: “Si tratta di animali inesistenti come ad esempio il gatto di Schroedinger”, spiega ancora Odifreddi, “che non era un gatto e non era di Schroedinger in quanto si trattava di un’idea, priva di gatti, di Albert Einstein. Oppure la farfalla di Edward Lorenz, il meteorologo che formulò la teoria del caos deterministico, secondo cui pochi cambiamenti di dati comportano grandi cambiamenti negli effetti”: è il famoso battito di ali che causa un uragano in un punto lontanissimo del mondo. “Ho dedicato un capitolo anche ai conigli di Fibonacci, utili a determinare una successione numerica in cui ogni volta si aggiunge alla serie un numero che è la somma dei due precedenti: cosa che non serve solo a spiegare la riproduzione delle coppie di conigli ma avviene anche nella filotassi, nella disposizione delle foglie sugli alberi”.
E poi ancora la lumaca di Kandel, i cui pochi neuroni hanno consentito lo studio del meccanismo della memoria; l’equazione differenziale tramite cui Volterra calcolò la progressiva alternanza della percentuale di pesce azzurro e predatori nelle acque… Tutto ciò si trova nel video integrale della conferenza di Piergiorgio Odifreddi al Collegio Ghislieri, ora disponibile sul nostro canale YouTube.