A pochissimi anni di distanza dalla morte di Torquato Taramelli, uno dei più grandi geologi d’Italia, fu indetta una sottoscrizione per erigergli un busto nel Regio Liceo Scientifico di Pavia, che ancora oggi gli è intitolato: gli alunni del Ghislieri parteciparono in massa, su impulso dell’allora Rettore Pietro Ciapessoni, allo scopo di ricordare il “particolare affetto” che lo scienziato aveva dimostrato al Collegio nel corso della sua lunga vita.
In questo mese di marzo cade il centesimo anniversario della morte di Taramelli e Pavia continua a onorarne la memoria. Il museo Kosmos di Storia naturale e il Dipartimento di Scienze della terra e dell’ambiente dell’Università di Pavia dedicano al celebre Alunno del Collegio Ghislieri Terra nascosta,una mostra dal taglio esperienziale per scoprire la geologia e il ruolo del geologo nella società.
All’attività di Taramelli si deve, ad esempio, la prima carta geologica d’Italia, risalente al 1881 e esposta nella mostra al museo Kosmos, dove sarà fra l’altro possibile sfogliare la versione digitale di uno dei suoi quaderni. La mostra culmina in un video che illustra i segreti degli acquerelli con cui Taramelli illustrava i paesaggi: “Attraverso la riflettografia all’infrarosso”, la prof. Claudia Lupi, curatrice della mostra insieme ai dott. Paolo Guaschi e Simona Guioli, “scopriamo che Taramelli disegnava inizialmente a matita il paesaggio e successivamente, dopo aver interpretato le informazioni geologiche raccolte, lo colorava ad acquerello. Osservando i suoi acquerelli si comprende come Taramelli fosse molto abile nell’intuire, studiare e riprodurre le peculiarità geologiche di un territorio. Questa sua abilità era fondamentale per un geologo di fine Ottocento, che non aveva a disposizione macchine fotografiche digitali, immagini aeree, satelliti o droni”.
Nato nel 1845 ed entrato al Collegio Ghislieri nel 1862, Taramelli ha a lungo insegnato Geologia all’Università di Pavia, alternando l’attività didattica alla ricerca nei principali settori delle scienze della terra, producendo oltre trecento pubblicazioni e più di quaranta carte geotematiche. “Agli inizi si dedicò a temi paleontologici, dando un notevole impulso all’arricchimenti dei musei universitari: i reperti fossili esposti nella mostra provengono proprio dalla collezione Taramelli del museo paleontologico di Pavia”, prosegue la curatrice. “In seguito passò a studi di carattere stratigrafico e affrontò con nuove metodologie problemi di carattere geomorfologico inerenti alla formazione di depositi alluvionali e glaciali del Quaternario. Si occupò anche di studi sismici, redigendo in collaborazione con Giuseppe Mercalli interessanti relazioni sui terremoti avvenuti in quegli anni in Spagna e in Italia”.
Terra nascosta presenta anche un approfondimento sul traforo del Sempione, inaugurato nel 1906: Taramelli fu consultato in merito al progetto, insieme ad altri colleghi svizzeri e francesi, effettuando le indagini preliminari sul campo per individuare il tracciato migliore. La mostra presenta anche alcuni dei trecentottanta campioni delle rocce recuperate dallo scavo del traforo e acquistate da Taramelli per il Museo di Geologia dell’Università.
“Il percorso della mostra si sviluppa su due livelli che dialogano costantemente tra loro”, conclude la prof. Lupi: “uno storico con le principali tappe della carriera scientifica di Taramelli e uno ludico-didattico con postazioni interattive. Terra nascosta vuol sottolineare la capacità del geologo di andare oltre la semplice bellezza di un panorama, ad esempio presentando al pubblico un tavolo didattico che introduce le tre categorie principali delle rocce (sedimentarie, ignee e metamorfiche) e successivamente dodici campioni da classificare attraverso l’uso del microscopio digitale”.
Il legame fra Taramelli e il Ghislieri rimase saldo nei decenni, dopo la laurea e le prime esperienze di insegnamento a Udine. Questione di gratitudine, sicuramente: proprio al Ghislieri Taramelli deve l’incoraggiamento verso la strada della geologia. Nel 1864, infatti, quando il precoce Taramelli aveva già frequentato tre anni i Scienze naturali e dato alcuni esami del quarto anno, l’allora Rettore del Collegio, Vincenzo Muffone, gli accordò il permesso di “scriversi presso l’Istituto Tecnico Superiore di Milano, anziché al detto 4° anno di corso presso la Università, siccome è suo intendimento di coltivare di preferenza lo studio di Geologia”.
Il Ghislieri sostenne gli studi milanesi di Taramelli versandogli una borsa di studio equivalente al valore annuo della sua permanenza in Collegio, così da consentirgli di “applicarsi a studi più ampi e più proficui di quelli che attenderebbe in Pavia, ove non avrebbe più che a studiare la Botanica; di conseguenza la pensione da pagargli a Milano ha per così dire un maggiore corrispettivo che non la spesa del suo mantenimento entro il Collegio”.
Si rivelò un saggio investimento per il Ghislieri e per Pavia: a soli trent’anni Taramelli si vide conferire la cattedra di Geologia presso l’ateneo pavese, di cui fu anche Rettore per due volte. E, come testimonianza del suo duraturo contributo alla scienza, esiste anche un minerale che porta il nome del nostro Alunno: la taramellite.
La mostra Terra nascosta resterà aperta dal 5 marzo al 12 giugno 2012 (martedì-domenica ore 10-18). Le notizie sulla permanenza di Torquato Taramelli al Ghislieri sono tratte da L’esperienza che mi cambiò forse più di ogni altra. La storia del Ghislieri raccontata attraverso i suoi alunni, catalogo della omonima mostra, a cura di Giulia Delogu e Matteo Cazzato, allestita in occasione del 450° anniversario della fondazione del Collegio.