“A settecento anni dalla morte di Dante quattro canti del Paradiso su antiche pergamene riscoperte nella Biblioteca del Collegio Ghislieri di Pavia”, recitavano i titoli del Tg3, edizione lombarda, la sera del 21 marzo dando notizia della straordinaria scoperta di questi giorni.
“Una storia molto lunga e interessante, che copre l’arco di centotrendadue anni e per alcuni versi ancora misteriosa”, ha raccontato il servizio di Massimiliano Chiavarone. “Un evento che può contribuire ad arricchire gli studi su Dante Alighieri in occasione dei sette secoli dalla sua morte: le pergamene sono tra le più antiche della Divina Commedia. Risalgono al 1350 circa, cioè a trent’anni dopo la morte di Dante. Manoscritti che sembrano contenere segreti e che il Collegio Ghislieri ha intenzione di sottoporre all’attenzione dei migliori studiosi per ricostruirne la storia”.
Il servizio del Tg3 regionale, con le immagini del manoscritto e un’intervista al Responsabile della Biblioteca del Collegio Ghislieri, il dott. Alessandro Maranesi, può essere rivisto cliccando qui.
A mezzogiorno del 22 marzo, sempre su Rai 3 ma con diffusione nazionale, il contenitore d’informazione “Fuori Tg” condotto da Maria Rosaria De Medici ha intervistato tre studiosi riguardo al ritrovamento.
“Si tratta di due fogli di pergamena di un manoscritto che doveva essere completo o quanto meno molto ampio”, ha spiegato il prof. Giulio Ferroni, critico letterario e storico della letteratura che di recente ha pubblicato il monumentale L’Italia di Dante. Viaggio nel Paese della Commedia (La Nave di Teseo, 2019). “Non so come sia arrivato a Pavia, ma sicuramente per una strada molto complessa, una storia di smembramenti; ed è stato ritrovato dentro un volume, quindi è misterioso. Viene da pochi anni dopo la morte di Dante: non credo sia un autografo ma ci vorrà l’analisi accurata da parte di un paleografo”.
“Questo ritrovamento, che ha sicuramente un grande valore e che dovremo studiare, ci dice che lo studio di Dante non finisce”, ha aggiunto il prof. Andrea Riccardi, Presidente della Società Dante Alighieri, storico di chiara fama oltre che fondatore della Comunità di Sant’Egidio e già Ministro per la Cooperazione Internazionale. “La vicenda di Dante non finisce e non abbandona l’Italia: né come fatto storico e di ricerca né come fatto che ci proietta nel futuro. Ed è significativo che questa scoperta avvenga proprio nel settecentesimo della morte di Dante. Questo ci dice che Dante è la nostra radice, e dice qualcosa al nostro domani. E mi piace sottolineare che ce lo dice in questo tempo, nebbioso, di pandemia”.
Infine è intervenuta la prof. Elena Lombardi, la nostra Alunna Professoressa di Italian Medieval Studies all’Università di Oxford, dove è fellow del Balliol College, autrice di Imagining the Woman Reader in the Age of Dante (Oxford University Press, 2018) e, con il nostro Alunno prof. Manuele Gragnolati, dell’Oxford Handbook of Dante, in uscita per la OUP il 25 marzo e che il Collegio Ghislieri presenterà in anteprima internazionale il 18 aprile.
“Nelle prime fasi della sua pubblicazione la Divina Commedia era sempre manoscritta ma c’era anche una diffusione orale”, ha ricordato la prof. Lombardi. “Io sono una ghisleriana e sono molto felice di questo ritrovamento e mi fa molto piacere sentire che il mio Collegio abbia questo tesoro nella sua Biblioteca. Secondo me i messaggi che ci manda questo manoscritto ritrovato così fortunosamente in un volume del Cinquecento sono due: uno è la vulnerabilità, la fragilità del testo medievale; l’altro è il dialogo, il dialogo dei testi antichi tra di loro”.
La parte del “Fuori Tg” dedicata al ritrovamento del manoscritto della Divina Commedia al Collegio Ghislieri può essere rivista cliccando qui.