“La biografia di Ghinaglia, tanto breve e brutalmente interrotta, incrocia momenti e problemi cruciali dell’Italia di un secolo fa: non solo la crisi del socialismo italiano spazzato dal ‘vento della rivoluzione’ ma anche la Grande Guerra e il primo dopoguerra. È il contesto di una stagione di intensa rivendicazione di diritti nel lavoro e di un vagheggiato riassetto della società, che sanasse povertà nuove e antiche; ma anche del decollo del fascismo squadrista, feroce rivoluzione preventiva che azzerò ogni dialogo e confronto politico”.
Così si esprimeva Elisa Signori, nostra Alunna e Professore Ordinario di Storia Contemporanea all’Università di Pavia, introducendo la giornata di studi che un anno fa il Collegio Ghislieri aveva dedicato nel centenario della morte all’Alunno Ferruccio Ghinaglia, militante del neonato Partito Comunista d’Italia e brutalmente ucciso, a soli ventitré anni, il 21 aprile 1921. Adesso, giovedì 21 aprile 2022, il Ghislieri torna a ricordare la figura di Ghinaglia con l’inaugurazione di una lapide in suo onore.
Si terrà nella circostanza una breve cerimonia alla presenza degli eredi della famiglia Ghinaglia; dei docenti universitari Nicola Del Corno, Pierangelo Lombardi, Elisa Signori e Marina Tesoro; di una rappresentanza dell’ANPI di Pavia (presieduta da Santino Marchiselli) e dell’ANPI della città natale di Ghinaglia, Cremona (presieduta da Giancarlo Corada); oltre ovviamente a un nutrito gruppo di Ghisleriani: dal Rettore Alessandro Maranesi, con il Rettore Emerito Andrea Belvedere, a una selezione di Alunni laureati e di studenti in corso del Collegio.
La cerimonia si terrà in forma privata con la deposizione di una lapide d’alloro nel corridoio del Collegio dove è collocata la lapide. Da lì ci si sposterà nella vicina Aula Goldoniana dove è in programma la presentazione degli atti del convegno tenuto l’anno scorso e intitolato 1921: riforme, rivoluzione, guerra civile. Ferruccio Ghinaglia e il suo tempo. Il volume contiene contributi di Marcello Flores (Università di Siena), Giulia Albanese (Università di Padova), Elisa Signori (Università di Pavia), Nicola Del Corno (Università Statale di Milano), Luca Gorgolini (Università della Repubblica di San Marino), Pierangelo Lombardi (Università di Pavia) e Paolo Pombeni (Università di Bologna).
“Il Collegio Ghislieri ha dedicato ai suoi alunni caduti nelle guerre del Novecento due ricordi in pietra“, racconta oggi la prof. Signori. “Sono diciassette i nomi degli studenti in grigioverde che non ritornarono dal fronte della Grande guerra e quindici quelli degli alunni travolti nelle guerre fasciste, dalla ‘guerra parallela’ in Albania all’aggressione della Grecia, dalla sciagurata campagna di Russia al fianco della Wehrmacht all’occupazione della Jugoslavia e, infine, alla scolta della guerra civile e della Resistenza. Vite spezzate da due guerre catastrofiche, combattute con coraggio all’insegna di miti spesso sbagliati. Tra tutti i nomi spicca quello di Teresio Olivelli, fascista e cattolico tutto d’un pezzo, combattente su diversi fronti e da ultimo in Russia, dove maturò la scelta di farsi ribelle antifascista e, fino alla morte, difensore indomito dei compagni di deportazione”.
“Si tratta di un catalogo di personalità preziose cui fu sottratto il futuro e dei quali non possiamo che rimpiangere il mancato contributo a un contesto di pace”, continua. “Ora il Collegio aggiunge a questi nomi quello di Ghinaglia e dedica un ricordo in pietra al suo Alunno, caduto in quella che possiamo chiamare guerra civile, combattuta in Italia nel primo dopoguerra e conclusasi con la conquista violenta dello Stato, trasformato in dittatura imperialista e razzista.
“Nel caso di Ghinaglia, l’assassinio politico ha cristallizzato l’immagine del giovane cremonese di ventitré anni in una perenne fissità di rivoluzionario. Se ci concediamo di ragionare con i se, potremmo domandarci quale strada avrebbe battuto questo giovane per inverare i suoi ideali, se l’agguato fascista fosse andato a vuoto nella primavera di centouno anni fa. L’avremmo ritrovato in quella ‘falange d’acciaio’ che Antonio Gramsci vagheggiava come armatura del nuovo partito comunista? Sarebbe finito in carcere preso nelle maglie della durissima repressione fascista o avrebbe continuato in esilio a battersi per le sue idee come tanti suoi coetanei protagonisti della storia del socialismo e del comunismo italiano fra le due guerre? E, infine, sarebbe stato un dissidente di fronte allo stalinismo o ne avrebbe subito disciplinatamente l’involuzione totalitaria?”.
Conclude la prof. Signori: “Sono interrogativi che la morte precoce lascia senza risposta, ma che ci aiutano a capire le tante strade aperte a una personalità forte e idealista come quella del giovane ghisleriano. Il suo nome inciso nella pietra e collocato vicino all’Aula Goldoniana ci farà riflettere su un passato che vive ancora intorno e dentro di noi“.
A Ghinaglia è dedicato, dalla città di Pavia, un busto nei pressi del Ponte Coperto, dove è avvenuto l’agguato. All’immagine di Ferruccio Ghinaglia nei ricordi del suo compagno di studi socialista, Eugenio Pennati, Ghislieri.it ha dedicato una puntata dei Ritratti ghisleriani.