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Un romanzo a metà fra poesia e prosa – L’esordio di Stella Poli con Mondadori
La gioia avvenire - Stella Poli - copertina

Forse il primo indizio sta proprio nella scelta del titolo, che arriva da una poesia Franco Fortini: La gioia avvenire, il romanzo d’esordio della nostra Alunna Stella Poli, appena pubblicato da Mondadori, si distingue per un utilizzo colto, scabro e consapevole del linguaggio. Sono pagine che sembrano scritte non per accumulo ma per sottrazione, lasciando solo ciò che è indispensabile alla creazione di un mondo lessicale netto e cristallino.

Questa consapevolezza deriva a Stella Poli da una lunga familiarità con la ricerca sulla letteratura, e in particolar modo sulla poesia, italiana. Ghisleriana dal 2009, è infatti dottoressa di ricerca in Filologia contemporanea, all’Università di Genova, ha discusso una tesi sulla traduzione poetica – e quindi, in definitiva, nuovamente sulla scelta e sull’esattezza delle parole. E proprio alla “grande intensità emotiva, resa particolarmente efficace dalla lingua scabra e spigolosa con cui il romanzo è costruito”, La gioia avvenire ha dovuto la selezione fra i finalisti del Premio Calvino, che ogni anno seleziona i migliori narratori esordienti italiani; e la giuria, nella circostanza, si era espressa sul fatto che la narrazione si facesse “quasi scudo dell’etimologia delle parole”.

Non si tratta di puro formalismo. La trama de La gioia avvenire – intricata storia di una ragazza violentata dal marito dell’amante del padre – avrebbe potuto prestarsi, sottoposta ad altra penna, a una narrazione retorica, sensazionalistica o anche solo eccessivamente drammatica. Ghislieri.it è stato fra i primi a dare notizia che il romanzo sarebbe stato pubblicato per Mondadori, ormai più di un anno fa, e nella circostanza l’autrice ha rivelato di avere ricevuto questa storia da un racconto altrui, e di aver dovuto limarla a lungo per lasciarla andare rendendola un’opera letteraria compiuta.

La narrazione è volutamente frammentata. I personaggi sono quasi tutti senza nome – tutti lo restano a lungo, per quasi metà libro – ma sono benissimo connotati, così da renderli non solo riconoscibili al lettore ma ciascuno tassello fondamentale alla ricostruzione dell’accaduto: la psicoterapeuta in cerca di giustizia per la propria paziente, l’avvocato che si arrovella sui bizantinismi della legge, la ragazza stessa che racconta con lucidità ma non freddezza la violenza che ha subito.

Presentando il volume al pubblico, la Mondadori ha voluto insistere sul fatto che si trattasse di “un esordio fulminante – duro, scomposto, a tratti impudico – che tiene insieme la densità e il suono della scrittura poetica e la finezza analitica della prosa”. Proprio in questo lavorio di confine sta, decisamente, il pregio maggiore de La gioia avvenire: è un libro da leggere a voce alta per sentirne il suono ma anche su cui rimuginare per inseguirne la profondità.

A La gioia avvenire hanno dedicato una recensione la rivista Il Libraio e un approfondimento il sito Criticaletteraria.org.

Stella Poli è ghisleriana dal 2009. Attualmente assegnista presso l’Università di Pavia, insegna Editing della poesia contemporanea allo IULM, per MasterBook. Ha un dottorato in filologia contemporanea, con tesi sulla traduzione poetica, e la sua ricerca verte sugli archivi, sul Novecento e sulla poesia contemporanea. Traduttrice ed editor freelance, è redattrice delle riviste “Trasparenze” e “la balena bianca”; collabora con la Galleria delle Visioni e da anni è segnalatrice per il CAM – Catalogo dell’Arte Moderna. Ha all’attivo numerosi saggi su riviste specialistiche e altrettanto numerosi racconti su riviste letterarie cartacee e online. La gioia avvenire è il suo primo romanzo.