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Il linguaggio del cibo e della tavola – Massimo Montanari in Ghislieri lunedì 20 febbraio alle ore 18
Massimo Montanari - Wikipedia

Il cibo ci parla. Non solo perché le origini di un prodotto oggi sembrano diventate una mitologia da richiamare nelle proposte commerciali e da difendere sul piano legislativo e commerciale, ma anche perché alla tradizione – e quindi alla storia narrata da ciascuna pietanza – si rifà ormai la stessa percezione del cibo una volta che ci arriva in tavola (o, forse più pomposamente, quando viene presentata nelle numerosissime trasmissioni gastronomiche in tv).

Per raccontare Il linguaggio del cibo e della tavola, il Collegio Ghislieri ospita Massimo Montanari, che tiene la propria lezione in Aula Goldoniana lunedì 20 febbraio, alle ore 18. Già Professore ordinario di Storia medievale all’Università di Bologna, il prof. Montanari tiene nell’Ateneo felsineo il corso di Storia dell’alimentazione; inoltre, è fondatore e Direttore del Master europeo in Storia e cultura dell’alimentazione e insegna presso l’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo. Il Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi lo ha insignito del titolo di Ufficiale d’onore per meriti scientifici.

Fra i massimi esperti mondiali sul tema della storia dei cibi, il prof. Montanari ha concentrato la propria ricerca sull’impatto della cultura gastronomica nella società medievale, dallo sviluppo economico all’organizzazione sociale, dalla mentalità ai valori culturali, fino agli aspetti più pratici della quotidianità. I suoi ultimi lavori sono Gusto! Gli italiani a tavola. 1970-2050 (Marsilio, 2022), Bologna, l’Italia in tavola (Il Mulino, 2021) e Cucina politica. Il linguaggio del cibo fra pratiche sociali e rappresentazioni ideologiche (Laterza, 2021); i liceali lo conoscono anche come autore di un fortunato manuale di Storia per il triennio delle scuole superiori, gli universitari per il manuale accademico di Storia medievale edito da Laterza nel 2002.

A proposito di linguaggio del cibo, è rilevante ricordare cosa ci raccontano gli spaghetti al pomodoro – il piatto più classicamente associato alla tradizione italiana – la cui storia viene analizzata dal prof. Montanari ne Il mito delle origini (Laterza, 2019). Quest’icona della cucina italiana incrocia, in realtà, gli spaghetti che risalgono all’importazione della pasta secca da parte degli Arbi e il pomodoro, risorsa fondamentale nell’alimentazione contadina delle popolazioni indigene nelle regioni dell’America Centrale. Il cibo ci parla dunque anzitutto di una tradizione molteplice e intricata, di una nostra identità quotidiana costruita all’interno di un circuito di scambi intensissimi.

La lezione di Massimo Montanari costituisce dunque la conclusione ideale della winter school del Collegio Ghislieri, Entangled food histories. Mobility in food cultures from ancient history to contemporary times, iniziata lo scorso 12 dicembre, e che ha visto fra gli interventi quelli di Francesca Bray (Università di Edimburgo) sul cibo cinese in Occidente e di Assaf Yasur-Landau (Università di Haifa) su tradizione e innovazione culinaria il Medio Oriente. A Entangled food histories, cui hanno partecipato iscritti provenienti dalla Scozia, dalla Norvegia, dalla Francia e dall’Arizona, Ghislieri.it ha dedicato uno specifico approfondimento.