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Gianluigi Berardi (1935-2021)

Gli studiosi di ricordano Gianluigi Berardi per le monografie che ha dedicato ad alcuni capisaldi della letteratura italiana. Già nel 1957, da giovane ricercatore, aveva pubblicato presso la Tipografia del libro di Pavia il saggio Mito dei primitivi e coerenza storica in Tigre reale, in cui analizzava nel dettaglio il romanzo scritto da Giovanni Verga prima di mettersi all’opera su I Malavoglia. Nel 1963 aveva dedicato invece al Manzoni una monografia uscita con Rizzoli e, nello stesso anno, la casa fiorentina Olschki aveva fatto uscire il suo studio Ragione e stile in Leopardi. Prima di Un’interpretazione dei Sepolcri di Ugo Foscolo, pubblicata nel 1979 ossia al principio della sua carriera universitaria, dapprima in Ca’ Foscari a Venezia quindi in Statale a Milano, Berardi aveva dedicato la propria ricerca a Carlo Tenca, letterato e patriota animatore dell’ambiente culturale e politico della Milano risorgimentale. Per l’editore Sansoni, infatti, Berardi aveva curato nel 1969 un’edizione dei Saggi critici del Tenca, in cui era inclusa la sua sottovalutata Storia della letteratura italiana.

Generazioni intere di bresciani ricordano invece Gianluigi Berardi come docente all’Arnaldo, lo storico liceo classico. All’insegnamento Berardi aveva dedicato un ventennio della propria vita: dal 1958, subito dopo la laurea conseguita a Pavia come Alunno del Collegio Ghislieri, al 1978, quando era passato alla carriera accademica che lo avrebbe portato al ruolo di Professore Associato di Letteratura Italiana. Un tentativo di Adriano Olivetti in persona per portarlo in azienda a Ivrea fu rintuzzato dallo stesso Berardi, in nome della vocazione all’insegnamento.

I quotidiani locali testimoniano l’affetto della città nei confronti di Berardi. “Appartiene a quella non folta schiera di insegnanti che hanno lasciato un segno in quel periodo sensibile della vita di un giovane, che è la scoperta della società, della politica, dell’essere cittadino e non più solo figlio”, ha scritto Brescia Oggi. “La sua influenza è andata oltre le aule, incarnazione della figura dell’intellettuale impegnato (a sinistra) che associamo a quell’epoca”.

Vicino al PCI di Togliatti e Berlinguer, Berardi ha sempre dato prova di impegno civile come peculiarità saliente del suo ruolo di intellettuale. La sorte ha voluto che fosse presente in piazza della Loggia il giorno dell’attentato, il 28 maggio 1974. Ne uscì indenne ma vide perire la sua collega Giulietta Banzi Bazoli, appena trentenne, una delle otto vittime. All’accaduto Berardi ha dedicato nel 2010 una vibrante lettera aperta, ripresa in questi giorni dal webmagazine Brescia Today.

Gianluigi Berardi si è spento a Brescia il 4 febbraio 2021.