Mercoledì 6 marzo alle 17 al Collegio Ghislieri è in programma la presentazione del volume a cura di Monica Ferrari, ordinaria di pedagogia generale e sociale all’Università di Pavia, e del Rettore Alessandro Maranesi. Suggestivo e attuale il titolo: Dizionario del merito nei processi educativi (Scholé, Brescia, 2023). Ne discutono con gli autori e i curatori Arianna Arisi Rota (Università di Pavia), Massimo Baldacci (Università di Urbino) e Luca Fonnesu (Università di Pavia). Nato dalla discussione di un gruppo di lavoro, questo dizionario mette al centro un termine suscettibile di varie interpretazioni, esplorandone la storia e ricostruendone il dibattito. Ne abbiamo parlato con uno dei curatori, la professoressa Monica Ferrari, Alunna Ghisleriana.
– Come si declina il concetto di merito in un luogo come il Ghislieri?
Il Collegio Ghislieri, uno dei collegi di merito del nostro Paese, fondato nel 1567, si presenta come osservatorio elettivo per problematizzare la complessità del concetto di merito, anche grazie alle occasioni di formazione che sono state offerte a tanti giovani e alle opportunità di crescita umana e culturale che qui si sono aperte nel corso del tempo per generazioni di studenti. Non a caso se ne discute, tra molto altro, nel volume, a cura di Arianna Arisi Rota, dal titolo Ghislieri450. Un laboratorio d’intelligenze, pubblicato nel 2017. Nella consapevolezza del dibattito internazionale sul tema, il Dizionario del merito nei processi educativi trae spunto infatti da diversi seminari di discussione svoltisi presso il Collegio stesso, a partire dallo spazio di riflessione apertosi in occasione della preparazione dello workshop dal titolo Valutazione del merito e didattica inclusiva, organizzato da Maria Elena Gorrini, nell’ambito del Festival del merito (maggio 2022), fino al seminario che ho organizzato, sempre in collaborazione con il Collegio, nell’ ottobre 2022 (dal titolo Per un vocabolario del merito nei processi formativi: un progetto di ricerca) e ad altri incontri informali volti, fin dalla primavera del 2022, a mettere a fuoco una riflessione sul lessico del merito nei percorsi formativi.
– Quali sono state le prospettive individuate dal volume per cogliere le varie sfaccettature del merito?
Per cogliere alcuni aspetti della complessità del concetto di merito e della costellazione discorsiva ad esso connessa nel suo complesso divenire in relazione alle vicende culturali e pedagogiche nella storia dell’Occidente, si è venuto costituendo un gruppo di lavoro a carattere interdisciplinare; ricercatori appartenenti a diversi settori scientifico-disciplinari (dalla storia della lingua latina, alla linguistica italiana, alla storia della filosofia, alla filosofia del diritto, alla storia delle dottrine politiche, alla filosofia morale, alla filosofia politica, alla pedagogia generale e sociale, alla storia della pedagogia, al diritto costituzionale, alla psichiatria, alla sociologia…), insegnanti e dirigenti scolastici hanno affrontato il tema in ottica diacronica soprattutto al fine di problematizzare alcune questioni di lessico (e di sostanza), nella convinzione che si debba evitare l’uso acritico di termini e concetti così importanti nella vita di tutti noi anche perché incidono sui percorsi di valutazione e di autovalutazione nei quali siamo inevitabilmente e spesso inconsapevolmente implicati.
– Esiste una scuola del merito che sia anche inclusiva? E quali sono gli attori sociali che possono favorire un merito inclusivo?
L’approccio problematizzante, analitico e critico che caratterizza le diverse “voci” di questo Dizionario può essere utile per cogliere le tracce del paradigma dell’esclusione che pervade, ieri come oggi, i processi formativi e i sistemi dell’istruzione dell’Occidente, tra antinomie, contraddizioni, usi irriflessi di termini e concetti, pratiche educative implicite e latenti che veicolano nei secoli proposte educative esclusive e escludenti. Si è cercato, insomma, di porsi in una prospettiva di riflessione utile a mettere in luce, per dirla con John Dewey che così introduce il suo Democrazia e educazione (1916), quegli aspetti che dall’interno della scuola della democrazia ne ostacolano di fatto le possibilità di riuscita. Mi sento di dire, insieme al Rettore del Collegio Ghislieri che con me ha curato questo volume, che ci siamo proposti soprattutto di aprire lo spazio della riflessione, del libero pensiero critico, preziosa risorsa per una educazione alla democrazia e indispensabile strumento per costruire quella scuola del merito solidale, non esclusivo ed escludente, che in questo volume Giuditta Matucci sottolinea in relazione alla nostra Costituzione. Una scuola attenta ai “bisogni educativi speciali” di tutti noi, nessuno escluso, alla valorizzazione delle differenze nell’uguaglianza e nel rispetto di tutti e di ciascuno. E questo a partire in prima istanza da un dibattito che tutti ci impegna in prima persona come cittadini e come educatori.