“C’è un tema di pedagogia civile e di onestà intellettuale, di realtà che va spiegata agli italiani. Non siamo entrati in un mondo in cui i pasti sono gratis e ci si può indebitare senza limiti. Bisognerebbe piuttosto operare una spending review, perché ogni spreco è un aiuto che viene meno per persone che hanno bisogno”, ha dichiarato Ferruccio de Bortoli intervenendo nel corso di Questioni sul merito presentando il proprio ultimo libro, Le cose che non ci diciamo (fino in fondo) (Garzanti, 2020). Il video integrale dell’evento – che ha come discussant il nostro Alunno prof. Riccardo Puglisi, Professore associato di Economia pubblica all’Università di Pavia – è disponibile sul canale YouTube del Collegio Ghislieri.
Già direttore del Corriere della Sera (per due volte) e del Sole 24 Ore, Ferruccio de Bortoli è presidente della casa editrice Longanesi e dell’Associazione Vidas. È tuttora apprezzato editorialista del Corriere della Sera. Il suo intervento si è concentrato su due temi cardine: il ruolo dell’informazione durante l’emergenza Covid e la controversa responsabilità degli italiani in materia economica.
“In questa congiuntura drammatica, in questo momento irripetibile della storia, penso e spero si sprigioneranno gli aspetti più positivi per il nostro paese, a cominciare dal capitale sociale e dal senso di disciplina”, ha auspicato de Bortoli. “Siamo capaci di trovare risorse sconosciute, forse in emergenza più che nella normalità. Ci vorrà un cambiamento dell’economia, che avrà bisogno di essere inclusiva. Penso tuttavia che proprio in questa fase sarebbe giusto, produttivo e persino consigliabile dire esattamente agli italiani come stanno le cose”.
“Io trovo assolutamente ingannevole quest’idea che le tasse siano diventate una sorta di oppressione civica”, ha proseguito. “Se recenti controlli dimostrano che percentuali elevatissime di cartelle esattoriali risultano inevase, non credo possiamo dedurne che ciò avvenga solo a opera di persone indigenti. Questo Stato che ha allargato il proprio raggio d’intervento – ad esempio con il reddito di cittadinanza – e a cui si chiedono tanti servizi non potrà sostenersi indebitandosi sempre. Credo sarebbe giusto e morale spiegare agli italiani che lo Stato peserà di più e costerà di più, quindi avrà bisogno del sostegno dei cittadini. Allora siamo sicuri che sia il momento di pensare a un taglio delle tasse?”
Confrontandosi al riguardo con il prof. Puglisi, de Bortoli ha argomentato che nel corso della pandemia spesso “il ruolo dell’informazione è stato negativo: ha esacerbato alcune tensioni anziché favorire un approccio più sereno. Credo però che l’informazione abbia anche svolto un ruolo decisivo nel cercare di recuperare una dimensione di attenzione al mondo scientifico. È stata una pandemia in cui il mainstream dell’informazione ha avuto un ruolo marginale rispetto al molto che è stato giocato dai social network e dalla rete, nonché dalla produzione degli stessi utenti del web, che sono diventati produttori di informazioni, sensazioni, paure, complotti spiegati con metodi folcloristici. Ed è interessante capire che, nonostante l’infodemia, tutto sommato le comunità hanno raccolto con un senso di rispetto dell’altro, creando un grande patrimonio di consapevolezza civica”.
Un capitolo a parte è stato dedicato ai rapporti con l’Unione Europea: “Ci si aspetta che l’Europa faccia qualcosa come se noi ci trovassimo in credito nei suoi confronti; è un equivoco di fondo. Il tema della responsabilità andrebbe esteso anche all’aspetto finanziario della vita dei cittadini: abbiamo tanto risparmio, tanto liquido, ma non investito in maniera oculata. Ad esempio trovo diseducativo che candidati sindaci rifiutino la candidatura in prima istanza sulla scorta del debito della città, salvo poi accettarla una volta rassicurati che quel debito sarebbe stato scaricato sullo Stato. Ciò non fa altro che ingigantire la tendenza a ritenere che il debito pubblico non appartenga a nessuno. Le stesse famiglie che sono molto attente a non far debiti, non sentono il debito pubblico come loro debito di cittadini”.
Ferruccio de Bortoli ha infine voluto concentrarsi sull’istruzione e su un concetto di merito basato sulla ricerca di competenze sempre nuove e sempre migliori, bussola che orienta da sempre anche l’attività del Collegio Ghislieri. Purtroppo, ha concluso, in Italia “il tema del capitale umano e della formazione continua non è mai all’ordine del giorno: ne parlano poco i giornali, la classe dirigente, lo stesso mondo dell’istruzione. A Oporto è stato presentato un grande progetto per la formazione permanente di almeno il 70% della popolazione europea compresa fra i sedici e i settantaquattro anni, così che entro il 2025 tutti gli adulti debbano fare un corso di formazione di un anno, e da noi non se ne parla per niente. Perché siamo presentisti. Tutt’al più siamo attenti a ciò che accadrà domani; quello che succederà dopodomani inesorabilmente ci sfugge”.
Questioni sul merito prosegue questa sera alle ore 21 con l’intervento della nostra Alunna prof. Elena Bonetti, Ministro delle Pari Opportunità e della Famiglia, e domani alle ore 18 con il talk con Roger Abravanel, Presidente onorario del Forum della Meritocrazia.