Qualche tempo fa, il nostro Alunno Franco Cremante ha diretto per due anni un progetto di riorganizzazione a livello europeo della Pfizer, l’azienda farmaceutica leader del mercato mondiale assurta agli onori delle cronache grazie al rapido sviluppo e alla susseguente messa in commercio di un vaccino contro il Covid-19. “Al termine dei due anni”, racconta l’ing. Cremante a Ghislieri.it, “l’Amministratore Delegato della Pfizer Italia mi ha chiesto di essere personalmente presente a tutte le sue attività per quindici giorni consecutivi, così da ottenere un parere esterno su tutto ciò che faceva e come, in modo tale da scoprire se si poteva fare meglio”.
“Anche i consulenti di management prestano un giuramento simile a quello di Ippocrate per i medici”, assicura, “quindi non posso rivelare nulla al riguardo. Cito però questo episodio poiché in quei due anni, e negli ultimi quindici giorni, ho avuto un rapporto molto stretto e intimo con la Pfizer, e in particolare sono stato ben esposto al processo di gran lunga più importante per tutte le primarie aziende farmaceutiche: la messa a punto e la commercializzazione dei nuovi farmaci. Una singola molecola leader può generare utilità nette di trilioni di dollari”.
Sulla scorta di quest’esperienza, l’ing. Cremante esorta ad avere fiducia nella straordinarietà dell’azione scientifica che è stata intrapresa per contrastare il Covid, per certi versi travolta da polemiche, perplessità, dibattiti spesso sterili. “Per assicurare l’approvazione definitiva di un nuovo farmaco da parte della FDA e dell’EMA i tempi normali vanno da quattro a sei anni; per il vaccino anti-Covid la Pfizer (insieme ad altre aziende) ha impiegato meno di un anno!”, rivendica. “Certo, i media hanno parlato anche di questo ma la notizia è passata quasi in secondo piano rispetto al turbine e al frastuono delle comunicazioni sulla pandemia. Hanno avuto spazio dei pazzi negazionisti; e la parte del leone l’hanno fatta i talk show con politici e commentatori di costume, che si sono sbrindellati in trasmissioni fiume”.
La confusione nella comunicazione ha rischiato di rendere meno eclatante il risultato ottenuto dalle aziende farmaceutiche. “Un risultato quasi miracoloso”, insiste, “dovuto non solo ai mezzi economici straordinari che sono stati messi in campo ma soprattutto al genio degli scienziati e degli specialisti, all’organizzazione delle loro attività con soluzioni nuove e strabilianti. Ciò meriterebbe ben altra attenzione dei media e l’imperitura gratitudine di tutta la comunità umana. Se ci stiamo tirando fuori da questo incubo lo dobbiamo alla Scienza”.
Anni fa l’ing. Cremante fu ospite per un mese nella casa di Berkeley di Carlo Maria Cipolla, il massimo specialista mondiale di economia delle popolazioni nonché studioso acuto e attento delle pandemie. A Cipolla, Cremante è stato legato da un’amicizia durata tutta la vita. “Ebbene”, ricorda, “commentando la peste manzoniana Cipolla mi disse, testualmente: ‘San Carlo, con le sue processioni e affollatissime cerimonie religiose, contribuì almeno per un terzo ad accrescere la mortalità della peste, che ridusse anche del cinquanta per cento la popolazione di intere città’. Cito queto evento non per gettare discredito sulla religione ma per sottolineare l’importanza della scienza e la necessità che non venga subordinata ad altri rilevanti aspetti della vita umana, come alla fede e all’osservanza dei riti nella temperie culturale di allora”.
L’Occidente, argomenta Cremante, preso da mille distrazioni e intrattenimenti sembra talvolta dimenticare che “il fondamento distintivo alla base della nostra cultura è la Scienza. Sulla soglia dell’Accademia di Platone, nel 387 avanti Cristo, campeggiava la scritta: ‘Vietato l’ingresso a chi non sa la matematica!’. Se poi penso che negli ultimi decenni i governi hanno investito spesso più in carrozzoni clientelari che nella scuola e nella salute, evidenziare il valore della scienza mi sembra tanto più urgente quanto più diventa pertinente all’occasione irripetibile che la disponibilità del Recovery fund ci offrirà nell’immediato futuro”.
“Proteggere la scienza dev’essere un tema di fondo per questo 2021”, conclude Cremante, “così come dare priorità alla scuola. Sono impegni da non lasciar annacquare fra le promesse più o meno interessate e labili della politica, coi suoi obiettivi a breve e brevissimo termine. In questo momento in cui abbiamo anche fondi straordinari per rinnovare la nostra società, questo rappresenta l’obiettivo centrale e prioritario al quale ogni cittadino di buona volontà non può sottrarsi”.
Franco Cremante è ghisleriano dal 1959 ed è Presidente e CEO di Polar Consulting, società di consulenza che ha fondato nel 2000. Nel corso della propria carriera ha accumulato quarant’anni di esperienza nel settore della consulenza su management, finanza e creazione di nuove imprese, assistendo centinaia di clienti in Europa, Americhe, Asia e Africa. Laureato in Ingegneria nucleare, è stato in McKinsey per sette anni prima di fondare nel 1978 Innova, acquisita nel 1990 da Roland Berger, società di cui è diventato partner. È stato altresì managing director di Cap Gemini e advisory director di Monitor Group e Bank of America – Montgomery Securities, oltre che consigliere dell’Organizzazione delle Nazioni Unite e membro del World Economic Forum di Davos.