Il Collegio Ghislieri ospita virtualmente, giovedì 19 e venerdì 20 novembre, il primo convegno internazionale di un ciclo dedicato a La virtù tra paideia, politeia ed episteme. Si tratta, come recita il sottotitolo, di “una questione di lungo periodo”, che caratterizza il dibattito filosofico, pedagogico e politico nel corso dei millenni. Per questo, dunque, a tale primo appuntamento specificamente dedicato alla questione nell’età antica e medievale ne seguirà un prossimo, previsto per maggio 2021, incentrato su età moderna e contemporanea.
“Una prima idea del progetto nasce anni fa, nel 2016, da una conversazione sul tema della formazione della virtus in ottica diacronica come questione politica assai diversificata per epoche e contesti, fra me, Giulia Delogu (più recentemente curatrice di una serie di pubblicazioni al riguardo nell’ambito di un altro importante progetto pavese) e Matteo Morandi, poi raggiunti da Chiara Blengini”, racconta la prof.ssa Monica Ferrari, nostra Alunna e Professore ordinario all’Università di Pavia, dove insegna Pedagogia generale, Storia della pedagogia e Filosofia dell’educazione. “Alla discussione hanno partecipato negli anni seguenti diversi amici e colleghi, oggi confluiti nel comitato scientifico. Anche grazie alla loro collaborazione, al loro consiglio e alle loro idee è stato poi messo a punto il progetto, presentato nel 2019, di cui Matteo Morandi e io siamo formalmente responsabili presso il Dipartimento di Studi Umanistici”.
“Oggi”, prosegue, “l’interesse per il tema delle virtù accomuna diversi progetti di studio, a livello nazionale e internazionale. Molto è stato scritto e si continua a scrivere al riguardo, forse anche alla ricerca di una ‘educazione alle virtù nel XXI secolo’, come ricorda Howard Gardner”.
Il convegno ghisleriano – organizzato con il patrocinio dell’Università di Pavia e dell’Associazione Alunni del Collegio Ghislieri e supportato dal Ministero dell’Università e della Ricerca nell’ambito dell’iniziativa “Dipartimenti di eccellenza 2018-2022” (Dipartimento di Studi Umanistici, Università di Pavia) – intende dunque indagare un tema di grande rilevanza all’incrocio di diversi settori scientifico-disciplinari, ovvero che ruolo gioca la virtù nel dibattito non solo contemporaneo e non soltanto nella sua connotazione strettamente morale. A questo scopo i curatori (la prof.ssa Monica Ferrari, il prof. Matteo Morandi, la dott.ssa Chiara Blengini dell’Università di Pavia, e la prof.ssa Giulia Delogu dell’Università “Ca’ Foscari” di Venezia) sono stati affiancati da un Comitato scientifico, in cui siedono complessivamente quattordici studiosi provenienti da sette Università o Istituzioni Superiori italiane ed europee, con l’obiettivo di riunire esperti di diversa estrazione disciplinare a confrontarsi, sul lungo periodo, intorno al tema dell’educazione alla virtù come sapere della vita associata, diversamente declinato in riferimento a situazioni contestuali.
La nozione di virtù occupa un posto cruciale nel dibattito pedagogico, politico e filosofico. L’intersezione tra filosofia pratica, teoria della conoscenza e strategie educative costituisce una delle caratteristiche più rilevanti per un osservatore attento alle discussioni di ieri e di oggi, con uno sguardo al futuro. La costellazione teorica di virtù e vizi rappresenta un punto di riferimento per buona parte delle riflessioni contemporanee sulla responsabilità, collocata nei diversi ambiti e nelle loro possibili applicazioni: quali, ad esempio, l’esempio morale, l’epistemologia della democrazia, l’affidabilità delle testimonianze o l’educazione inclusiva.
Questo primo appuntamento si estende su tre sessioni e contempla interventi di tredici studiosi. La prima sessione, presieduta dal prof. Luca Fonnesu (Professore ordinario di Filosofia morale all’Università di Pavia), indaga le coordinate teoriche del tema dell’epistemologia della virtù. La seconda, presieduta prof.ssa Monica Ferrari, si concentra sull’età antica, dalla paideia greca alla virtù nella filosofia romana. Infine la terza, in calendario per venerdì mattina e presieduta dalla nostra Alunna prof.ssa Silvia Gastaldi (già Professore ordinario di Storia della Filosofia antica presso l’Università di Pavia) affronta lo sviluppo dell’argomento nel corso del Medioevo. Come nel successivo appuntamento di maggio, dedicato all’età moderna e contemporanea, il convegno sarà l’occasione per riflettere in ottica diacronica su saperi e processi pedagogici relativi a diverse età della vita, nell’intreccio con le questioni del governo, della cittadinanza, dell’esclusione e dell’inclusione sociale.
L’evento sarà ospitato dall’aula virtuale del Collegio Ghislieri (con capienza massima di 100 spettatori); per accedere bisogna inserire le credenziali specifiche per ciascuna sessione indicate nel programma completo pubblicato su Ghislieri.it.
“Sono convinta che l’educazione alla virtus sia una di quelle questioni di longue durée che vanno analizzate tra persistenze e variazioni”, spiega la prof.ssa Ferrari, “all’incrocio di diversi ambiti scientifico-disciplinari. E proprio qui, in una prospettiva che dedica particolare attenzione alle intersezioni e alle interreazioni, da anni cerco di cogliere alcuni fenomeni pedagogici che sempre segnano le questioni politiche ed epistemiche tra passato e presente. Il progetto si propone appunto, fin dalle sue prime mosse, di inseguire, per studi di caso, non una costante o l’evoluzione di una data virtù specifica nel lungo periodo, quanto piuttosto una definizione del problema dell’educazione alla virtù come sapere della vita associata, e di cogliere i punti di intersezione fra episteme, politeia e paideia in differenti contesti della storia d’Occidente”. “Non so davvero cosa potrà scaturire dal confronto tra studiosi che appartengono a diversi territori di ricerca su questo tema complesso, largamente dibattuto e sempre attuale”, conclude.
“Si tratta di un progetto di ricerca che va colto nel suo farsi. Tuttavia sono certa che non uscirà da tutto questo un modello di virtù o una serie di virtù modello, quanto piuttosto, mi azzardo a dire, una problematizzazione dei nessi che intercorrono, ieri come oggi, tra questioni pedagogiche, politiche ed epistemiche, capace forse di supportare una più lucida analisi di alcuni di questi nodi tematici sottesi alle diverse forme di vita associata che, più o meno consapevolmente, viviamo”.