Le ferite di Cristo, provocate da un torchio formato dalla Croce, stillano sangue che si raccoglie in una tinozza. La simbologia del “torchio mistico”, tra le più note forme espressive dell’antica devozione popolare, è subito evidente: così come l’uva torchiata produce il vino che dà forza vitale all’uomo, il sangue del Cristo torchiato ne garantisce la salvezza spirituale. Declinata, nell’arco dei secoli, in fantasiose e raffinate forme d’arte o in manufatti di modesto artigianato, la storia del Cristo nel tino viene raccontata anche da un bell’affresco della Sacrestia del Collegio Ghislieri. Sconosciuto il nome dell’esecutore, è possibile invece risalire sia al committente dell’intero ciclo pittorico che ne decora le pareti, il prefetto del Collegio Giorgio Pagliari (1545 – 1612), sia al periodo della sua esecuzione, certamente antecedente il 1612. Un recente risanamento conservativo curato da Gianpaolo Angelini – docente di Museologia e Storia dell’arte moderna all’Università di Pavia ed ex alunno – e reso possibile dal generoso sostegno economico dell’associazione Amici dei Musei e dei Monumenti Pavesi presieduta dalla ghisleriana Alessandra Ferraresi, ha eliminato umidità e muffe dagli affreschi della zoccolatura restituendo la Sacrestia alle visite degli appassionati d’arte.
La Provincia pavese, 03/07/2024
https://www.ghislieri.it/wp-content/uploads/2024/07/ghislieri.pdf
sito Quatarob Pavia, 04/07/2024
Il Ticino, 05/07/2024
https://www.ghislieri.it/wp-content/uploads/2024/07/Il-Ticino-pezzo-su-restauro-sacrestia.pdf