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Merito e parità devono coesistere per il progresso sociale – Online il video dell’intervento del Ministro Elena Bonetti

“L’affetto è la prima sensazione che provo ogni volta che rientro nella mia comunità, che è quella del Collegio Ghislieri. Inoltre la capacità interdisciplinare che il Collegio permette mi ha dato strumenti molto utili anche nelle situazioni inedite che sto affrontando anche da ministro, e che spesso mi riconducono a quell’approccio e a quella visione ampia”, ha esordito Elena Bonetti, Ministro per le Pari Opportunità e per la Famiglia, nell’intervenire al nostro Festival del Merito parlando di Merito e pari opportunità. Il video integrale dell’evento è adesso disponibile sul canale YouTube del Collegio Ghislieri.

L’incontro è stato introdotto da Elisa Chiari – giornalista di Famiglia Cristiana, anch’ella ghisleriana e compagna d’anno di Elena Bonetti – con un richiamo all’articolo 3 della Costituzione, secondo cui spetta alla Repubblica il compito di rimuovere gli ostacoli alle pari opportunità; e ha ricordato il tema – caro a don Lorenzo Milani – del problema di fondo nel “fare parti eguali fra diseguali”.

“Col referendum del 2 giugno l’Italia ha scelto il proprio futuro”, ha risposto il Ministro Bonetti, “e, scegliendo la Repubblica e la democrazia, ha scelto di dare un volto all’umanità fatto dal pluralismo e dalle diversità. Queste diversità vengono non solo accolte e integrate, ma costituiscono il tessuto sociale sul quale abbiamo scritto la nostra storia. Se quella scelta è stata effettuata in quel momento è stato anche a causa di un’energia nuova di coscienza pubblica, che è quella delle donne: le ventuno madri costituenti hanno dato una caratterizzazione della nostra Costituzione che ha definito in modo chiaro non solo il perimetro ma anche il DNA di una democrazia in cui le pari opportunità fossero non la concezione di un diritto ma una scelta culturale attraverso la quale la nostra identità di popolo si è costituita. L’articolo 3 deriva in particolare dall’intervento di queste donne”.

“L’articolo 3”, ha proseguito, “è il ponte fra l’assunzione di una dignità della persona che viene riconosciuta e a cui viene fatto conseguire un dovere di responsabilità e l’articolo successivo, che richiama non solo il diritto al lavoro ma anche il dovere di concorrere al bene materiale e spirituale della nostra comunità. Nel momento in cui la nostra democrazia si fonda sulla dignità della persona e attiva la responsabilità, e in questo atto comunitario richiama che quella dignità è chiamata a essere valore di contribuzione per tutti, attraverso un esercizio personale, è chiaro che le pari opportunità costituiscono la libertà di poter agire il proprio sé, la propria dimensione personale, le proprie scelte, in un’ottica di promozione e di concorrenza allo sviluppo complessivo. È necessario un percorso personale su cui si deve costituire la dimensione comunitaria”.

Ancora una volta, il Ministro Bonetti ha voluto tornare all’esempio del Collegio Ghislieri, incardinato su una selezione esclusiva in base al merito e all’avanguardia della parità, in quanto fra i primissimi collegi misti di tutta Europa: “Penso che il tema delle diseguaglianze nell’accesso ad alcune materie abbia molteplici cause. Sicuramente c’è un tema di carattere sociale, di diseguaglianza nell’ambito educativo già a partire nei primi anni di vita, e questo va detto con grande chiarezza. Abbiamo un gap dovuto alla mancanza di strutture come asili nido o tempo pieno nella scuola. L’intuizione di Pio V, fondatore del Ghislieri nel 1567, nel fornire un accesso paritario agli studi universitari per i meritevoli è stato decisivo nel garantire una formazione qualificata d’eccellenza al di là del contesto sociale”.

Ghisleriana dal 1993, il ministro Bonetti è Professore Associato di Analisi Matematica all’Università Statale di Milano. Da Alunna del Collegio Ghislieri ha ricevuto il riconoscimento come miglior studente dell’Università di Pavia per le scienze matematiche e il premio per la miglior tesi di laurea nel suo quadriennio. È inoltre, fra i ministri del governo Draghi, l’unica donna proveniente da un percorso di formazione nelle materie STEM.

Il tema dell’accesso paritario alle scienze dure, ha rilevato, è di fondamentale importanza per il futuro dell’Italia: “Si tratta di un elemento dovuto agli stereotipi consolidati dalla nostra cultura. L’indagine PISA del 2018 mostra un gap di competenze in matematica tra ragazze e ragazzi di 16 punti; la media nei Paesi Ocse è di 5 punti. Da docente so benissimo, per esperienza, che non è vero che le ragazze siano meno portate dei ragazzi in matematica. Allora c’è un pregiudizio su sé, da parte delle stesse ragazze, che inibisce di fatto il percorso di apprendimento perché a priori si pensa che ciò che è tecnico, scientifico, ‘difficile’, non sia una ‘cosa da donne’. Questa stessa attitudine si ritrova nell’approccio femminile ad arretrare, a fare un passo indietro: ad esempio ‘se vuoi essere una brava mamma non puoi essere una brava lavoratrice’. La creazione di una fiducia positiva deve partire dai primissimi anni di vita”.

“Nel piano Next Generation EU”, ha annunciato “è presente un progetto per cui il piano nazionale della formazione possa avere l’effetto non solo di abilitare le competenze matematiche sin dai primissimi anni di vita per avanzare nel processo di empowerment economico delle donne, ma di restituire a tutti i nostri studenti la capacità di osare qualcosa di difficile, e di accettare che non capire qualcosa fa parte del normale processo di apprendimento. La ricerca della perfezione che inibisce la possibilità di ogni errore è quanto di più lontano sia dal metodo scientifico sia dal processo di crescita personale”.

Il Rettore Vicario Alessandro Maranesi ha infine sottolineato come il nostro sistema dell’istruzione sembri sovente mortificare le competenze e i talenti pratici, diversi da quelli derivati dal libro e dallo studio, e ha indagato su come si possa agire per valorizzare e stimolare questi meriti diversi da quelli relativi alle competenze astratte e altrettanto rilevanti per la società. “C’è bisogno di un approccio più integrato alle competenze nella formazione primaria e secondaria di primo grado”, ha concluso il ministro Bonetti. “Nell’ambito della matematica, ad esempio, Macron sta facendo sperimentare approcci didattici che derivano dalle neuroscienze. È pur vero che una scuola integrata, che abbia la capacità di scoprire i talenti personali di ciascuno, non può esimersi dal dovere di sostenere una coscienza personale di discernimento critico e quindi un approccio alla cultura che deve rimanere come elemento fondamentale. Molte volte è l’esito della performance, la valutazione, che determina il merito, anziché il processo di apprendimento; in un sistema in cui conta il risultato e non come ci sei arrivato inibisce il procedimento di valorizzazione delle proprie competenze”.