Statistiche web
Dal 1979 al 2021 – Il ringraziamento dell’Associazione Alunni del Collegio Ghislieri al Rettore Andrea Belvedere

“A novembre saranno quarant’anni esatti”, ricorda l’avv. Emilio Girino, Presidente dell’Associazione Alunni del Collegio Ghislieri. “Entrato in Ghislieri nel 1981, conobbi l’allora giovane Rettore Andrea Belvedere in quella sorta di aperitivo benaugurale nel salone del Rettorato, dove all’epoca erano convocate tutte le matricole poco dopo il loro timido ingresso nel tempio Ghisleriano. Colsi in quell’istante quel tratto di Andrea che per sempre avrebbe connotato la sua filosofia di essere, di essere Ghisleriano e di essere Rettore: l’ironia. A quel tempo si manifestò quando, con sprezzante albagia verso il tempo e nel rammentarci le regole della buona creanza, disse non senza un velo di compiacimento e di ambiziosa longevità: ‘Esistiamo da oltre quattrocento anni, vorremmo esistere per almeno altri quattrocento’. A quattrocentocinquanta intanto lui ci è arrivato.

“Quell’ironia vezzosamente british Andrea l’ha sempre mantenuta, coltivata, raffinata e tradotta in sottile e acuminata diplomazia da stratega, spesso inaccessibile ai più. Allora, come ognuno di noi Alunni, lo vedevo come una creatura quasi mitologica.

“Da consigliere della Fondazione Ghislieri e, nel 2014, da Presidente dell’Associazione Alunni, incominciai ad apprezzare le sue doti che avevo ignorato quanto nel tempo si fossero accresciute. L’ironia si era magistralmente laureata in diplomazia superiore e, come ogni alta diplomazia, capace d’infliggere con garbo anche una buona dose di equo, edulcorato veleno a chi se la meritasse. In questi anni ho compreso quanto e come Andrea Belvedere sia riuscito non solo a governare con destrezza di consumato nostromo una nave ardua da pilotare come il Ghislieri, ma anche di saperla condurre verso nuovi lidi, aggiornarla al mutare dei tempi, sopportando ogni vessazione che la bulimia burocratica gli imponeva di patire, ma anche di assecondarla e di adeguare se stesso e il Collegio a questo mutamento, con la capacità di cavalcare tutte le avversità e di trasformarle da problemi in opportunità.

“Ho anche potuto comprendere quanto oggi, in un mondo stravolto e, oserei dire, violentato da una nuova e – non so fin dove – evoluta modernità, Andrea abbia saputo mantenere, insieme alla sua riflessiva e produttiva flemma, quella straordinaria capacità di ripensare la realtà Ghisleriana in una chiave diversa e, a tratti, quasi incredibile. Il più longevo Rettore del Ghislieri ora ci saluta per godersi il meritato riposo d’un guerriero di alto grado e alta classe. Mi piace pensare che, in qualunque forma o veste, resterà sempre con noi per non privarci dei suoi sapienti consigli. E tramandarci il vero senso di essere Ghisleriani”.

All’elogio del Presidente Girino si associa quello della prof. Arianna Arisi Rota, Vicepresidente dell’Associazione Alunni, Ghisleriana dal 1983, Professore ordinario di Storia contemporanea nell’Università degli Studi di Pavia e già Direttrice dell’allora sezione femminile del Collegio Ghislieri.

“Quando sono entrata in Collegio”, racconta, “il Rettore Belvedere lo guidava da soli quattro anni: già saldo, ascoltava e disciplinava. Sin da studentessa, poi da dottoranda, quindi nel periodo di direzione della sezione femminile, ho sempre trovato in lui attenzione, saggezza, lucidità. Nella lunga esperienza all’interno del Direttivo dell’Associazione Alunni, ho visto all’opera le sue alte qualità intellettuali e morali, ma anche uno spirito fine, disincantato, pragmatico, fortemente laico, capace di servire generazioni tra loro sempre più diverse.

“Tante le trasformazioni profonde che ha dovuto fronteggiare nel suo Rettorato tra due millenni: la rivoluzione tecnologica, il ridisegno della formazione universitaria, la proliferazione degli atenei sul territorio nazionale e i nuovi rapporti tra centri e periferie, tra locale e globale. Da ultimo, la pandemia. Sfide difficili che da sole valgono un secolo, per il tempo accelerato e compresso nel quale si sono realizzate, imparagonabile a quello vissuto da tutti i predecessori del Rettore Belvedere”.