Entrata in Ghislieri nel 1970 per gli studi in Medicina e Chirurgia, Annarita Braga si laurea con una tesi sull’Effetto del testosterone sulla proliferazione delle cellule formatrici di colonie CFUc, in cui effettua alcune fra le prime osservazioni in vivo nell’uomo adulto. Dopo la laurea si specializza in endocrinologia, esercitando la professione presso l’ospedale di Legnano come aiuto nella divisione di Medicina e come responsabile dell’ambulatorio di Diabetologia.
“Colpita dalla malattia”, la ricorda la compagna d’anno Valeria Mezzadri, “ha conservato negli anni una grande forza d’animo che l’ha spinta a confortare, lei stessa, parenti e amici; una spiccata coscienza civile che ha dimostrato nel costante impegno contro ogni forma di sopruso, ingiustizia e malasanità; una profonda fede che le ha permesso di affrontare con dignità gli effetti crudeli e devastanti dell’infermità. Noi amici la ricordiamo con affetto e abbracciamo il marito Alvise La Rocca, anch’egli Alunno del Collegio, e i figli Silvia e Giovanni”. A loro va anche la vicinanza di tutta la comunità ghisleriana.
“Ho avuto il piacere e il privilegio, in questi ultimi tre anni, di avere con Annarita Braga contatti quotidiani”, aggiunge la sua compagna di corso Federica Ettori. “Ci eravamo perse dopo gli anni di Collegio, dei quali ricordo la nostra frequentazione sui libri di Neurologia e i nostri discorsi. Alvise era da poco comparso nella sua vita e lei me ne parlava. Ci siamo ritrovate anime sorelle che percorrono l’ultimo tratto di strada, il più faticoso e insidioso. L’ansia per la situazione sanitaria non spegneva la sua mente colorata, la sua curiositas. A fronte dei muscoli imprigionati dalla lunga, lenta e inesorabile malattia, si liberavano i molteplici interessi per quanto suscita discussione, apre prospettive, scava significati.
Viveva con la pienezza di chi non vuole confini. Coltivava gli affetti come i pensieri. Avevamo scoperto di amare entrambe la Scrittura e di esserne commosse. Annarita era incrollabile nella fede. Credo che negli ultimi anni avesse imparato a farsi domande, a essere coscienza critica, a fermarsi di fronte all’incomprensibilità del dolore, ad accettare e arrendersi nella preghiera. Nonostante la sofferenza, ha mantenuto l’entusiasmo comunicativo che è sempre ascolto dell’altro. Riassumerei la sua eredità in questi versi di Giovanni Testori: ‘…e fa’ che noi / si sia / pietra di carità / che oltre la morte / dura’. Il mio è il saluto di grande personale affetto e il ricordo di un Umanesimo alla cui costruzione l’esperienza del Collegio non può essere stata estranea”.
Annarita Braga si è spenta a Legnano il 12 aprile 2022.