
Pronto a partire il Festival di Natale, organizzato dal Centro di Musica Antica del Ghislieri. Mercoledì 15 novembre, alle 21, nell’Aula Magna del Collegio l’esordio ufficiale con “Antologia Cameristica n. 3”, Musiche di Haydn, Mozart, Rossini, Leclair. A esibirsi, in memoria dell’Alunno Elio Cannillo, sarà l’Ensemble Universitario del Collegio Ghislieri, con Carlo de Martini Maestro concertatore.
L’Ensemble Universitario del Collegio Ghislieri si muove tra il mi minore della sonata per due violini che Jean Marie Leclair compone a Parigi negli anni 20 del settecento e il mi maggiore dell’ouverture della più celebrata opera di Rossini, scritta a Roma quasi un secolo dopo, nel 1816. Nella Parigi di Leclair, caposcuola del violinismo francese, andò più tardi a vivere e regnare il Gioacchino nazionale, e qui fu raggiunto da Ferdinando Carulli, napoletano, che ne divenne in breve un personaggio fondamentale nel territorio del chitarrismo. Carulli diede ai numerosissimi amatori della chitarra uno sconfinato numero di composizioni, tra cui alcune splendide trascrizioni cameristiche delle ouvertures rossiniane, che facevano impazzire i parigini. Quella del “Barbiere” apre la nostra serata.
L’altro punto cardinale del programma è Vienna: qui si incrociano le esistenze di Haydn e Mozart, compagni di letture musicali e concerti in quartetto. Il Trio dei birilli nasce nel 1786 propiziato dall’amicizia recente con il clarinettista Anton Stadler, fedele compagno di ventura negli ultimi anni di Wolfango, e dall’ancor più fresca conoscenza con un nuovo allievo pianista, il giovane Franziska Jacquin, nonché dalla frequentazione di luoghi in cui si giocava appunto ai birilli, che potrebbero essere quelli del biliardo come anche quelli di un gioco di bocce simile al bowling che andava alla grande in quegli anni. Il trio Jacquin-Mozart-Stadler diede dunque probabilmente la prima esecuzione di questo brano creato per una formazione inedita, che verrà nell’ottocento ripresa da altre figure non marginali.
Del 1799 invece è il quartetto in sol che apre l’ultima raccolta editoriale di quartetti di Haydn. Il linguaggio del grande vecchio si è evoluto durante una vita di sperimentazioni continue, per approdare ad una visione panoramica della formazione-quartetto, le cui voci contribuiscono in modo a tratti paritetico, come avverrà anche nel tardo stile di Beethoven, alla conduzione del discorso musicale.
Carlo De Martini, figlio di immigrati pugliesi in Lombardia poco dopo la Resistenza, ha iniziato a diciassette anni la sua avventura musicale negli Stormy Six (1973-78), si è diplomato in violino al Conservatorio Verdi di Milano e ha insegnato per i successivi 40 anni alla Civica Scuola di musica di Milano, oggi intitolata a Claudio Abbado, dove ha creato l’orchestra da camera Il Quartettone (1987-2010) e l’Orchestra dei Giovani (1991) che è tutt’ora attiva. Ha diretto le Opere di Mozart “Flauto magico”, “La clemenza di Tito” e “Idomeneo” per il circuito regionale Lombardo e registrato come violinista, violista e direttore d’orchestra una cinquantina tra vinili e CD, tra cui l’integrale delle serenate di Mozart per orchestra (con strumenti originali, 2005, Amadeus) e i Concerti per violino di Mozart, con la partecipazione di Giuliano Carmignola (1997, Amadeus), ma si è soprattutto dedicato alla musica da camera: Quartetto di Milano (1978-1983), Johannes Trio (1981-1987), Duo con Laura Alvini (1987-1991), Quartetto Le Ricordanze (con strumenti originali 1992-1999), Ensemble Aglaia (1997-2004), La Gaia Scienza (strumenti originali,1998-2008), Classico Terzetto Italiano (dal 2005). Ha collaborato a lungo con la “Camerata Academica Salzburg” di Sandor Végh negli anni 90 e con Il Giardino Armonico (dal 2008). Membro fondatore nel 1987 del “Festival der Zukunft” nella Svizzera Tedesca con Gyorgy Sebok e ospite frequente degli “Open Chamber Music” di Sandor Végh in Cornovaglia, ha lavorato per dieci anni (2004-2014) all’interno del carcere di San Vittore di Milano, nel progetto di recupero “La Nave”, seguendo il coro dei detenuti. Nel 2018 ha pubblicato per l’editore Armelin un saggio sull’interpretazione delle Sonate e Partite per violino solo di Bach.