Teresio Olivelli e i prigionieri deportati insieme a lui – Una mostra in Ghislieri per la Giornata della Memoria

Teresio Olivelli: diventa beato il ribelle per amore - Famiglia Cristiana

Il 7 settembre 1944, da Bolzano, partiva un convoglio ferroviario. La destinazione è Flossenbürg, in Baviera, dove si trova un campo di concentramento nazista. Il convoglio 81 trasportò quel giorno quattrocentotrentadue deportati, fra i quali Teresio Olivelli: Alunno del Ghislieri, giurista, alpino, richiamato dal fronte a svolgere il ruolo di Rettore alla morte di Pietro Ciapessoni e, adesso, proclamato beato dopo essere morto, martire dei nazisti, difendendo i compagni di prigionia nel lager di Hersbruck.

In treno con Teresio è il nome della mostra la cui inaugurazione arricchirà la celebrazione della Giornata della Memoria, come da tradizione, nell’Aula Magna del Collegio Ghislieri. L’esibizione, curata da Maria Antonietta Arrigoni e Marco Savini con rigore metodologico e ricerche condotte sul campo, consta di ventisei pannelli che raccontano nei dettagli la storia dei deportati che hanno accompagnato Olivelli in questo tragico viaggio.

“I lager non furono un crimine contro una categoria astratta ma contro milioni di persone in carne e ossa”, spiegano i curatori, “ognuna con un nome e un cognome, ognuna con una storia, ognuna con una vita da raccontare. E il titolo della mostra, e del catalogo che l’accompagna, vuole proprio mettere in evidenza il senso di ‘comunità del destino’, fatto però di tante storie diverse una dall’altra”.

La mostra ricostruisce in modo analitico le caratteristiche e le varie fasi del trasporto, incrociando, con grande pazienza e acribia critica, una pluralità di fonti tedesche e italiane; né rinunciando, con il ricorso alle poesie e soprattutto ai disegni degli stessi deportati (straordinari quelli di Vittore Bocchetta), anche a una comunicazione visiva di forte impatto emotivo e a una memorialistica essenziale per la conoscenza del vissuto nel lager. In questo modo, viene restituita una identità, una storia, a ciascuno dei quattrocentotrentadue deportati del convoglio 81.

“Dei deportati del convoglio morirono in trecentoquattro. Il più vecchio aveva settantun anni, il più giovane solo sedici”, spiega il prof. Pietro Angelo Lombardi, docente di Storia dell’Europa contemporanea all’Università di Pavia. “Più della meta di loro veniva da Lombardia, Piemonte e Liguria, ma erano comunque rappresentate pressoché tutte le regioni d’Italia. A una cospicua presenza di deportati politici si aggiungeva una vasta rappresentanza di uomini di legge, uomini di fede, militari, e anche chi era scampato da fucilazioni o azioni repressive. Ad esempio, alcuni di loro non erano stati fucilati a piazzale Loreto e si ritrovano sul convoglio. Altri invece verranno nominati Giusti fra le nazioni”.

“Altra caratteristica della ricerca di Savini e Arrigoni è l’aver ricostruito il percorso di numerosi deportati che erano già presenti nel casellario politico centrale, testimoniando così l’ultima tappa di percorsi di vita costellati da arresti, repressioni, violenze lunghe vent’anni”, continua. “Un altro aspetto interessante è che nel convoglio ci sono altri pavesi, che sono membri del primo CLN pavese che erano stati arrestati il 6 gennaio 1944”.

“Come storico, posso dire che questo lavoro di ricostruzione e ricerca – tradotto nei pannelli e nel catalogo – ripercorre in modo analitico il tragitto e la composizione del treno”, conclude il prof. Lombardi, “ma soprattutto è in linea con la nuova storiografia che ha individuato proprio nello studio dei singoli trasporti uno strumento privilegiato per ricostruire nel modo più preciso possibile un profilo della deportazione italiana. Centrale è anche il fatto che i ricercatori abbiano potuto studiare l’archivio del campo di concentramento – i cui registri sono riprodotti nel catalogo – in maniera tale da effettuare, dal punto d’arrivo, un viaggio a ritroso sulle strade della deportazione politica. Una straordinaria testimonianza della volontà di resistere, di difendere la propria vita e la propria dignità di persona”.

La mostra In treno con Teresio sarà visitabile al Collegio Ghislieri, con ingresso libero, dal 27 gennaio al 5 febbraio, dalle ore 8:30 alle ore 18 (è raccomandata la prenotazione con una mail a formazione@ghislieri.it); in occasione dell’inaugurazione della mostra verrà apposta una delle ormai tradizionali pietre d’inciampo per commemorare i deportati del convoglio 81. La conferenza di presentazione della mostra è in programma per martedì 31 gennaio alle ore 11:30 in Aula Goldoniana. L’evento è organizzato in collaborazione con Aned – Sezione provinciale di Pavia, Istituto pavese per la storia della resistenza e dell’età contemporanea, e Anpi; è realizzato con il patrocinio del Comune di Pavia e della Provincia di Pavia.