Mondadori pubblicherà “La gioia avvenire” di Stella Poli – La nostra Alunna finalista del Premio Calvino

“Sono entrata in Ghislieri nel 2009. All’esame per l’ammissione in Collegio mi aveva interrogata il prof. Roberto Crespo, filologo, e alla fine ci siamo messi a parlare di libri. Ricordo che mi chiese cosa mi fosse piaciuto negli Indifferenti di Moravia e risposi: la crudeltà dell’atto mancato, la pistola scarica con cui il giovane protagonista cerca di eliminare il proprio rivale. Lui sorrideva e mi diceva: è così, è così”, racconta Stella Poli a Ghislieri.it.

I romanzi sono stati da subito decisivi nella formazione di Stella Poli, la nostra Alunna attualmente assegnista di ricerca presso l’Università di Pavia che in primavera era stata selezionata fra i finalisti del Premio Calvino, il più rinomato concorso italiano per narratori esordienti. Quest’estate Mondadori ha annunciato che pubblicherà La gioia avvenire, il romanzo presentato al concorso, e il Premio Calvino ha rilanciato la notizia con giusto orgoglio. Stella Poli è una dei soli quattro partecipanti il cui romanzo sarà pubblicato da una grande casa editrice, di là dalla vincitrice Francesca Valente che pubblicherà con Einaudi.

La gioia avvenire è una storia dura, feroce, che mi è stata raccontata anni fa e di cui volevo, in qualche modo, liberarmi, lasciandola precipitare e dandole forma”, spiega. “Il racconto si apre proprio sulla difficoltà di dire, sulle remore, le titubanze e i ripensamenti connessi e intrecciati al farlo”. L’incipit, infatti, è proprio un secco “Le cose non andrebbero dette mai”; e, poco dopo, si trova scritto che “forse le diciamo per non averle più davanti agli occhi, per eroderle: loquere ut te videam, ma al contrario: parla, affinché non mi capiti più di vederti”.

Una chiave di lettura è data dalla frase in esergo: “L’esperienza, come sappiamo, ha dei modi di traboccare”, che deriva da James – ma non il romanziere Henry, come ci si potrebbe aspettare, bensì dal fratello William, il filosofo del pragmatismo. “Di fatto, è quello che accade”, aggiunge Stella Poli rivelando parte della trama: “Nadia, una psicoterapeuta trentenne, dialoga con un avvocato milanese al quale ha chiesto un consulto, portandogli il racconto di una sua paziente. È passato del tempo ma ci si domanda se sia ancora possibile arrivare a un processo, chiedere (ottenere?) giustizia e riparazione. È in questa scena – lei coi capelli raccolti, elegante, misurata – che si aprono le prime crepe”.

Nel corso della premiazione del Calvino la linguista Valeria della Valle, membro della giuria, ha fatto notare come nelle prime pagine de La gioia avvenire ci si fa “quasi scudo dell’etimologia delle parole”, come ad esempio “labirinto”, “consenso”, “balia”, “abbandono”, “trauma”. “È come se, così facendo, si tentasse di proteggersi da una sofferenza quasi indicibile e poi, invece, emergano termini più forti, non mediati, riuscendo a dire, infine”, commenta la nostra Alunna: “L’ho trovata una lettura di grande delicatezza, molto acuta”. Il giudizio del Premio Calvino sul romanzo di Stella Poli lo ha qualificato “testo di grande intensità costruito di episodi frammentari, reso particolarmente efficace da una prosa spigolosa”.

La pratica della scrittura in Stella Poli sembra avere la stessa dirompenza: “Scrivo senza disciplina alcuna: senza orari, senza regolarità, spesso nei ritagli o la sera tardi. Scrivo quasi sempre al computer, quasi sempre dopo aver pensato camminando o nuotando o sotto la doccia. Spesso la scrittura creativa deve erodere margini a quella accademica: una delle ultime versioni de La gioia avvenire l’ho scritta a poche settimane dalla consegna della tesi di dottorato, fra i sensi di colpa perché non avevo ancora un’introduzione o avevo da rileggere la tesi un’altra volta ancora”.

Quanto al Ghislieri, Stella Poli ha mantenuto un solido legame affettivo: “In questi giorni sono stata testimone di nozze di una delle mie più care amiche, collegiale. In Collegio ho incontrato alcune persone speciali, che ancora mi accompagnano”.

Stella Poli è ghisleriana dal 2009. Attualmente assegnista presso l’Università di Pavia, insegna Editing della poesia contemporanea allo IULM, per MasterBook. Ha un dottorato in filologia contemporanea, con tesi sulla traduzione poetica, e la sua ricerca verte sugli archivi, sul Novecento e sulla poesia contemporanea. Traduttrice ed editor freelance, è redattrice delle riviste “Trasparenze” e “la balena bianca”; collabora con la Galleria delle Visioni e da anni è segnalatrice per il CAM – Catalogo dell’Arte Moderna. Ha all’attivo numerosi saggi su riviste specialistiche e altrettanto numerosi racconti su riviste letterarie cartacee e online (uno è disponibile su Tapirulan). La gioia avvenire è il suo primo romanzo.