Lunedì 2 ottobre al Ghislieri si ricorda Riccardo Bauer, uno dei “padri della patria”

La lezione di Riccardo BauerCon la sua fermezza ci permise di sperare“, lunedì 2 ottobre alle 18.00, è il convegno in programma per il ciclo “I lunedì della storia”.

A due settimane di distanza dal 41esimo anniversario della scomparsa (avvenuta a Milano il 15 ottobre 1982), il Collegio Ghislieri rende omaggio a una delle voci più autentiche ed autorevoli dell’Italia repubblicana: Riccardo Bauer. Una figura esemplare di patriota, antifascista della prima ora (considerato “pericoloso alla sicurezza pubblica” fu condannato a vent’anni di prigionia tra carcere e confino), un vero padre della patria, educato al culto della res publica, temprato dal senso del dovere, modellato da un rigore morale inattaccabile.

Sodale di Piero Gobetti (collaborò a Rivoluzione liberale), dei fratelli Rosselli (con i quali fondò “Giustizia e Libertà”), di Ferruccio Parri (con cui diresse Il Caffè, il periodico più sequestrato d’Italia), di Sandro Pertini, Vittorio Foa ed Ernesto Rossi (con i quali condivise l’esperienza di carcere e confino), di Fernanda Wittgens e Piero Calamandrei (che invitò all’Umanitaria a parlare di Costituzione nel 1955), e di tanti altri protagonisti di quella che lui definiva, con rammarico, “un’altra Italia”, Riccardo Bauer è un uomo che ha attraversato tutto il ‘900 con le sue scelte, sofferte e meditate, del democratico indomito, del politico riformatore, dell’intellettuale militante, del grande educatore civile.

Durante l’incontro, moderato da Claudio Bonvecchio (vicepresidente della Società Umanitaria), i due relatori – Fabio Rugge e Marina Tesoro – prenderanno spunto dal volume “Un ideale che diventa destino. Lettere 1916-1982” (a cura di Alberto Jannuzzelli e Claudio A. Colombo, GuadoEdizioni-Società Umanitaria, 2022) per delineare il carattere di un personaggio fuori dal comune e nel contempo ricostruire le vicende di cui è stato testimone e protagonista: dal primo conflitto mondiale all’avvento di Mussolini, dagli anni duri della dittatura fascista alla Liberazione, dal boom economico agli anni del terrorismo e della guerra fredda.

C’è tutta l’Italia in questa corrispondenza, un’Italia che traspira attraverso i pensieri, le decisioni e i sentimenti di Bauer: c’è il sottufficiale in trincea che rassicura i famigliari (“In quanto a pericolo ce la ridiamo, abbiamo ricoveri a prova di bomba”); c’è il prigioniero inflessibile nelle sue scelte (“avversario del fascismo, tanto sul terreno politico quanto in quello spirituale, ho combattuto per salvare la mia dignità di cittadino e di uomo che il regime vorrebbe prostituire ad un equivoco mito di ordine”); c’è il politico, già membro dell’Assemblea Costituente, che vede nei mali dei partiti il riflesso della crisi dei costumi (“la vita di una moderna democrazia si concreta nel funzionamento dei partiti politici: se la loro azione non è scevra da critiche, è perché in essi si riflettono puntualmente le deficienze dell’intero corpo politico della nazione”), e c’è l’uomo di cultura, impegnato fino alla fine affinché dalla crisi morale (“se il fascismo è caduto, non si sono modificate sostanzialmente le tare da cui il fascismo è stato generato: scetticismo, furberia, conformismo”) si possa uscire grazie ad un processo di rieducazione civile, dove i valori-guida siano Libertà, Democrazia, Pace e Giustizia sociale.

Il sottotitolo è tratto dall’intervento di Norberto Bobbio del 27 maggio 1979 per il conferimento a Bauer del premio “Educatore civile”.

Puoi ascoltare QUI il podcast a cura della Società Umanitaria, In ricordo di Riccardo Bauer

Per informazioni: Collegio Ghislieri, marta.cassano@ghislieri.it oppure Società Umanitaria, tel. 02.5796831 milano@umanitaria.it