
“Il termine eresia è un’etichetta che tiene insieme storie molto diverse fra loro, storie di persone che sono incappate in questa definizione di eretico che via via si evolveva”, ha spiegato Adriano Prosperi intervenendo nella nostra stagione culturale InterAzioni per presentare il suo nuovo volume Eresie. Appena pubblicato da Quodlibet, Eresie. Una rivoluzione passiva: Chiesa, intellettuali e religione nella storia d’Italia contiene una quarantina di saggi, che vanno da studi degli anni Settanta ad altri totalmente rivisti o inediti, offrendo una carrellata non solo di condanne ma anche di posizioni eterodosse che hanno provocato salutari chiarimenti all’interno della teologia cattolica.
“Questi saggi sono tenuti insieme da una definizione che in realtà fu oggetto di una discussione tra Benedetto Croce e Delio Cantimori”, ha aggiunto il prof. Prosperi. “Secondo Croce chi definisce le eresie è la Chiesa, emettendo una sentenza; Cantimori replicava assumendo come chiave definitoria la volontà di rottura tramite un’assunzione personale della posizione di contestatore dell’autorità ecclesiastica”.
Il termine eresia, che etimologicamente significa scelta, non ha sempre avuto una connotazione negativa, tanto che l’apostolo Paolo la riteneva un contributo utile alla ricerca della verità. Solo col progresso della Chiesa, e con la definizione di confini sempre più rigidi dell’ortodossia, il dissenso religioso è stato emarginato e perseguitato. Ciò non ha impedito che mettesse radici e si sviluppasse in forme molteplici.
Nel corso del dialogo col presentatore Francesco Torchiani, Ricercatore di Storia contemporanea presso l’Università di Pavia, il prof. Prosperi ha individuato in Fausto Socini l’eretico italiano par excellence. “Gli eretici sono coloro che non sono riusciti a operare una riforma ma hanno creato le basi di un’inquietudine e di una erosione intellettuale radicale dei fondamenti dell’ortodossia”, ha illustrato. “Il punto d’arrivo di questa tradizione italiana di dissenzienti è Fausto Socini, che giunge alla definizione di Cristo come mero uomo, cancellandone la divinità. La sua epigrafe funeraria recitava che se il tetto della Chiesa era stato distrutto da Lutero, le fondamenta erano state sconvolte da Socini”.
Storico di chiara fama, il prof. Prosperi è Socio nazionale dei Lincei e ha insegnato alla Scuola Normale di Pisa, occupandosi di istituzioni ecclesiastiche e idee religiose nel periodo che va dal tardo medioevo alla prima età moderna; ha inoltre studiato la pratica dell’infanticidio e ha vinto il Premio Viareggio nel 2008 con Giustizia bendata. Percorsi storici di un’immagine. All’intervento in Ghislieri ha affidato anche una riflessione sull’attività dello storico: “Dobbiamo rispetto assoluto alla irrecuperabilità del passato e alla consapevolezza che (come diceva Croce) ogni storia è storia contemporanea, che quindi rende ciò che abbiamo imparato dalla fonte nel contesto presente in cui operiamo. Dall’altro lato dobbiamo essere mossi dal desiderio di imparare dal passato qualcosa che ci riguarda e di cui abbiamo bisogno di essere consapevoli nella nostra vita”.
“Io penso che tutta la mia attività di studioso si possa riassumere in questa formula”, ha concluso: “Di volta in volta ho incontrato dei temi maggiori, complessivi, importanti, come quello delle categorie terminologiche di Riforma cattolica e Controriforma; sia soprattutto come incontri con figure, momenti e problemi che hanno stimolato la mia curiosità e mi hanno spinto a cercare di saperne di più attraverso l’unico strumento di cui lo storico dispone, cioè la filologia, l’erudizione, arrivando a un punto da lasciare lì affinché venga superato da nuovi studiosi, più giovani”-
Il video integrale della lezione di Adriano Prosperi per InterAzioni è disponibile sul canale YouTube del Collegio Ghislieri.