“Lepanto nel cuore” – La figura di Pio V nel romanzo di Riccardo Calimani

Un nuovo romanzo de La Nave di Teseo in cui appare il fondatore del nostro Collegio, Pio V, al secolo Antonio Michele Ghislieri, pontefice dal gennaio 1566 al maggio 1572. Due anni fa era stato Civilizzazioni, romanzo del francese Laurent Binet costruito attorno a una formidabile intuizione narrativa: una controstoria in cui sono gli Inca a scoprire l’Europa, agli albori dell’Età Moderna. Questa significativa variazione nell’ordine del mondo portava a conseguenze rilevanti, fra cui una battaglia di Lepanto combattuta con alleanze sorprendenti.

A quest’ultimo evento è dedicato invece il romanzo di Riccardo Calimani, affermato storico dell’ebraismo. Lepanto nel cuore (nuova versione di Venezia, passione e potere, allora edito da Mondadori) è la storia di Marco Barbarigo, giovane nobiluomo veneziano che vive con ardimento e passione alcuni degli eventi più rilevanti per la storia europea di fine Cinquecento, a cominciare dalla decisiva battaglia del 7 ottobre 1571.

Nel romanzo, Pio V viene definito “tutto pelle e ossa” – coerentemente con l’iconografia, a cominciare dal ritratto della scuola di El Greco custodito nel Rettorato del Collegio Ghislieri – in quanto abituato a nutrirsi solo di uova e verdura. “Quanto ai vestiti, indossa spesso due camicie di lana grezza”. Parlando di lui subito dopo l’ascesa al soglio pontificio, due personaggi lo descrivono come “domenicano, acerrimo oppositore dei gesuiti, e soprattutto raffinato professore di teologia e inquisitore maldestro”; “un uomo difficile, intransigente, rigoroso, fatto a modo suo”. “È intelligente, ha un carattere di ferro e poco incline ai compromessi”, interviene un altro: “A guardarlo da lontano, non fa cattiva impressione: faccia lunga e smunta, naso a becco, barba bianca, testa calva ma piccola, occhi chiari e severi”.

“Come inquisitore, Pio V è stato zelante”, si trova ancora. “Quando molti libri che arrivavano dalla Svizzera verso Como sono stati ritrovati a Cremona, Modena e Vicenza, il vescovo di Modena è stato accusato di eresia e il tesoriere di Pio IV è finito ai remi a vita, nelle galere. Diventato Papa, Ghislieri ha tentato di eliminare le prostitute, che però godevano di protezione in alto loco. Alla fine è stato costretto al compromesso e le ha confinate a Ripetta”. Pio V viene ritratto come, “un Papa stimato e temuto nello stesso tempo”, “un capo di grande prestigio spirituale” rispetto al quale però c’è da avere “più timore che entusiasmo”; si racconta di come abbia vanamente cercato di far proibire le corride in Spagna (“i vescovi spagnoli non leggono le sue omelie nelle chiese perché non ne hanno il coraggio”).

Pio V in persona appare dopo una settantina di pagine, in apertura di un capitolo intitolato col suo nome. “Pio V quella sera non si sentiva soddisfatto”, esordisce Calimani. “Per qualche settimana gli era sembrato di poter assaporare un grande successo. Dopo molte trattative, numerose esitazioni, estenuanti rinvii, dovuti a un’antica e reciproca diffidenza, spagnoli e veneziani, pur timorosi, parevano concordi su un’inevitabile alleanza. Erano anni che voleva tenacemente quel risultato: da quando, poco dopo essere stato eletto Papa, i turchi avevano seminato distruzione nei villaggi d’Abruzzo, saccheggiandoli e incendiandoli. (…) Quella sera la sua faccia pareva più lunga e pallida, e il suo naso a becco più grande del solito”.

Ne emerge un personaggio aspro, che non si fa scrupolo di usare qualsiasi mezzo per difendere la propria fede, e che talvolta fraintende la crudeltà per santità. La sua elezione viene addirittura salutata dalla preoccupante apparizione di scie di sangue nel cielo di Londra; di lì a poco, Pio V scomunicherà la regina Elisabetta perché “schiava della perfidia”, “folata di zolfo”. Curiosamente, Calimani non manca di notare come attorno al cognome di Pio V si verifichi diffusamente lo stesso errore che spesso intacca quello del nostro Collegio: “Ghislieri, o Ghisleri, come lo chiamano i più”. La dicitura corretta si è assestata da un compromesso: prevede la i nel nome Ghislieri ma non la prevede nell’aggettivo ghisleriano.

Fondato da Pio V, il Collegio Ghislieri è oggi un’istituzione completamente laica e indipendente, al punto da avere avuto il primo rettore non ecclesiastico già nel 1796, con lo scienziato Giovanni Rasori. Alla controversa figura di Pio V sono dedicati due approfondimenti su Ghislieri.it: uno in occasione dell’anniversario della fondazione del Collegio Ghislieri, il 27 novembre 1567, e uno in occasione dell’anniversario della morte del fondatore, personaggio storico il cui inconfondibile profilo si staglia tuttora in opere d’arte che spaziano dal film Elizabeth al ritratto del pittore contemporaneo Giovanni Gasparro.