In mezzo secolo dalla meccanica alla robotica – L’intuizione di Bruno Rossini

Nel 1976 il nostro Alunno Bruno Rossini, da poco laureato in Fisica nucleare, aveva fondato una piccolissima azienda che, come prima committenza di rilievo, aveva ricevuto la richiesta di fabbricare un timer per la Necchi, celebre ditta di macchine per cucire. Ora la R.T.A., a quasi mezzo secolo dalla fondazione, lancia una start-up dedicata alla robotica industriale, la cui inaugurazione è stata salutata pochi giorni fa da un dibattito su Etica e robotica fra Giorgio Metta (IIT Genova), Luciano Floridi (Università di Oxford) e Massimo Sideri (Corriere della Sera).

“R.T.A. si occupa di automazione industriale nella filiera della meccatronica, ossia tutto ciò che contribuisce alla fabbricazione di macchine automatiche industriali, di cui l’Italia è un enorme produttore, per quanto non sia risaputo”, spiega – accogliendo Ghislieri.it negli headquarter di Marcignago – l’amministratore delegato Tommaso Rossini, figlio del nostro Alunno prematuramente scomparso nel 2012. “Forniamo sistemi che vanno dai motori ad azionamento elettrico, per posizionamenti di precisione su macchine automatiche, fino a componenti per software di applicazioni industriali. Anche se non è esattamente ciò con cui mio padre aveva dato avvio all’azienda, è diventato molto presto il nostro core business e lo è da quarant’anni”.

Ora il gruppo R.T.A. ha sedi a Barcellona, Düsseldorf e in India, oltre che vicino a Venezia e a Bologna, ma ha mantenuto il cuore di un’azienda familiare, con settantacinque dipendenti (di cu una sessantina nella sede pavese) e con un piano di sviluppo che prevede, a medio termine, di portarli a cento.

Quando mio padre ha fondato quest’azienda, era una catapecchia in via Folperti, con un business model inesistente”, racconta ancora. “Il progetto custom di timer per la Necchi non ha avuto nulla a che fare con ciò che è accaduto negli anni a seguire ma è stata la fiammella che ha dato avvio a tutto. Poi l’azienda si è specializzata sui motori passo passo e sulla relativa elettronica di controllo, già a partire dagli anni Ottanta. Da lì ci siamo allargati su altri prodotti, secondo una politica mista che coniugasse quelli prodotti e realizzati da noi e i prodotti integrati. Anche nella robotica stiamo seguendo lo stesso modello”.

La nascita di R.T.A. Robotics mira infatti a favorire la commistione fra automazione e robotica. “È una specie di spin-off: una start-up partecipata al 100% da R.T.A. che si occupa di robotica industriale: robot antropomorfi in scala, non prodotti da noi ma da nostri clienti (tutti industriali) e coi nostri componenti, in un vero e proprio rapporto simbiotico”, spiega. “Ci stiamo muovendo con larghissimo anticipo rispetto ad aziende di medie dimensioni e la scommessa è arrivare, nel giro di cinque anni, ad assumere cinque dipendenti, da raddoppiare a medio termine”.

“Nella robotica industriale c’è una fortissimo ramp up dovuto alla necessità di effettuare lavori ripetitivi di carico e scarico da macchinari”, continua. “Oggi si verificano alcune situazioni paradossali: magari un’industria può avere i macchinari più progrediti del mondo, che fanno cose straordinarie, ma poi ha bisogno di qualcuno che carichi i pezzi. Un braccio robotizzato che sposti gli oggetti invece è sufficiente a evitare che i macchinari creino colli di bottiglia accumulandoli. Poi, naturalmente, ci sono anche utilizzi più sofisticati, in termini di incremento di flessibilità su macchinari molto performanti ma magari troppo rigidi. Il robot, per sua natura, è una cosa flessibile, e per le piccole e medie imprese la flessibilità è un valore aggiunto. Penso, ad esempio, a pezzi di macchine automatiche, oggi fatti con motori elettrici tradizionali, che possono essere rimossi e sostituiti da bracci robotici, sveltendo e modulando le procedure”.

Oltre all’attività imprenditoriale, il dott. Rossini si occupa di capitale umano e innovazione per Assolombarda, dove è anche vicepresidente del gruppo meccatronici nella sede milanese mentre, su Pavia, è coinvolto nel piano di rilancio del territorio. Spiega di nutrire molta simpatia per le proprie radici familiari ghisleriane (anche sua madre Adele Rimoldi, Professore associato di Fisica generale all’Università di Pavia, è nostra Alunna) e conserva una grande attenzione all’aspetto teorico e conoscitivo della professione: “Pur cercando di mantenere il massimo understatement, ritengo che le aziende abbiano un compito che va ben oltre la generazione di valore e di profitto. Ne sono assolutamente convinto. All’interno dell’azienda ciò si traduce in welfare e crescita delle persone, investimento sul capitale umano, sviluppo delle competenze, tutela del work-life balance (che causa un ritorno anche in termini di produttività); ma l’attenzione alla conoscenza va praticata anche verso l’esterno”. In quest’ambito rientra anche l’accordo che R.T.A. robotics ha appena sottoscritto con l’Università di Pavia, che da ottobre contemplerà anche il finanziamento di un dottorato di ricerca in Robotica industriale.

“Noi abbiamo scelto di produrre un po’ di cultura”, conclude, riferendosi alle Bruno Rossini lecture che quest’autunno compiranno dieci anni e che, nelle ultimissime edizioni hanno visto ospiti Dario Di Vico, Fabiola Gianotti, Edoardo Nesi, Angelo Panebianco e Federico Rampini fra gli altri. “Aprire l’azienda alla comunità locale promuovendo qualche evento culturale – uno estivo e uno invernale, pochi ma di livello alto – significa anche coltivare idee che possono essere sinergiche al business. La robotica potrebbe essere un nuovo campo da esplorare per aggregare chi la studia sotto i diversi aspetti”.

Gli eventi culturali della R.T.A. – come il recentissimo dibattito su Etica e robotica, il cui video integrale è disponibile sul canale YouTube dell’azienda – si tengono nella sala conferenze degli headquarter, decorata da una bella foto di Bruno Rossini e dalle lettere che, negli anni successivi alla laurea, il nostro Alunno scriveva ai propri familiari rivelando il nucleo delle idee che oggi sono realtà.