I giovani, l’Europa, la guerra – Online il video dell’intervento di Edoardo Vigna

LA MEGLIO GIOVENTÙ | G. di Vicenza

“Da giovane avevo trascorso un breve periodo di lavoro a Strasburgo, venendo però alloggiato nella vicina Friburgo. Per andare ogni giorno dalla Germania alla Francia e ritorno, dovevo mostrare quotidianamente il passaporto. Oggi le due città sono collegate da un tram”. L’effetto pratico dell’Unione Europea sulla vita dei giovani (e non solo) è stato illustrato con questo esempio da Edoardo Vigna, da ventiquattro anni giornalista del Corriere della Sera, intervenendo in Ghislieri su invito degli studenti del Collegio. “La guerra fra Russia e Ucraina – che speriamo non diventi la terza guerra mondiale – è scoppiata per una questione di confini a oriente; le precedenti due erano imperniate soprattutto sulla questione del confine franco-tedesco, che oggi evidentemente non costituisce più un problema”.

L’evento era stato ideato dalla nostra alunna Sofia Montanari – laureata in Filosofia che al momento si trova a Stoccolma – già nel 2020, quando ancora era studentessa a Pavia, salvo poi venire rinviato più volte a causa della pandemia. “Due anni fa la prospettiva peggiore per l’Europa sembrava essere la Brexit”, ha notato la nostra Alunna in apertura dell’incontro. Poi la pandemia e, ora, la guerra hanno stravolto l’immagine dell’Europa per la generazione che si affacciava ai primi viaggi, e hanno cambiato drasticamente il ritratto emerso dal libro che Vigna aveva pubblicato poco prima, Europa. La meglio gioventù (Neri Pozza, 2020) per dimostrare le possibilità di apertura che l’Europa ha garantito e che continua a garantire anche in questo tempo difficile, se non più di prima.

“Ho iniziato a lavorare da giornalista alla caduta del Muro di Berlino”, racconta Vigna, “quando stava tramontando l’espressione ‘mondo libero’ che oggi invece torna di moda. Significa che è tempo di riflettere su ciò che sta accadendo, per non farsi cogliere alla sprovvista in futuro così come ci siamo fatti cogliere alla sprovvista dall’invasione dell’Ucraina. La Brexit aveva iniziato a farci sentire quella frizione nella libertà di movimento che oggi avvertiamo sempre di più. C’è il rischio che l’attuale situazione possa portare a chiuderci nella nostra parte del mondo; invece dovrebbe portarci a interpretare l’altra parte, come accadeva durante la guerra fredda”.

“Veniamo da tempi in cui sembrava che il mondo tendesse a dischiudersi progressivamente grazie alla globalizzazione, pur con tutti i suoi effetti negativi”, continua. “Il processo appariva irreversibile; invece il 24 febbraio ha provocato un terremoto nell’idea di ciò che sarà in futuro. Non è pensabile che il mondo torni rapidamente a essere ciò che è stato finora. In Russia non basterebbe un colpo di stato anti-Putin per convincere la nazione a tornare indietro, di fatto inchinandosi alla potenza dell’Occidente”. Cosa accadrà, allora? “Prevedo una ricollocazione di tutte le grandi potenze. Ad esempio la Cina, dove molti trentenni hanno potuto andare a studiare o a lavorare, potrebbe provvedere a un irrigidimento”.

Spiega ancora Vigna: “Davamo per scontato che le guerre non scoppiassero più (come ha scritto Federico Rampini sul Corriere, pensavamo che grazie all’Unione Europea potesse esistere una ‘superpotenza erbivora’). Evidentemente non è così. Possiamo però dare per scontato che le guerre prima o poi finiscano, per vittoria di una delle parti o per esaurimento del loro interesse. Questa guerra potrebbe finire a causa della necessità, da parte della Russia, di vendere il gas all’Europa, un’Europa che potrebbe comprarlo da altri venditori (per quanto discutibili) come l’Arabia Saudita, il Venezuela l’Iran. A quel punto la Russia avrebbe come unico possibile grande acquirente la Cina e sarebbe costretta a svenderlo”.

Inoltre, “il passaggio dell’Europa a energie rinnovabili, incentivato dalla necessità di trovare un’alternativa alle fonti russe, incentiverà la ricerca; esattamente com’era accaduto nel corso della guerra fredda. Inoltre mi ha sorpreso la reazione compatta dell’Europa, inclusi i Paesi del gruppo di Visegrad. Bisogna vedere quanto durerà”.

In tutto questo un ruolo fondamentale sarà svolto dalla generazione degli attuali studenti universitari, una “generazione che ha introiettato l’idea che si potesse andare in giro per l’Europa sentendosi sempre a casa propria, e che si potessero vedere le città europee come fraterne. Ciò mi ha dato l’idea di farmi raccontare lo spirito delle città europee dai ventenni: la meglio gioventù, parafrasando Pasolini, non tanto nel senso odierno di “migliori talenti” quanto perché hanno viaggiato per cercare di esprimere il proprio talento nel modo più completo. Inoltre la vostra generazione ha caratteristiche native molto ben determinate: siete digitali, europei, ecologici. In alcuni Parlamenti stanno già iniziando a entrare deputati nati con queste caratteristiche condivise. Tutt’altro che irrilevante, è uno degli elementi che più peserà nei prossimi anni. Una generazione dalle caratteristiche così marcate e nette non potrà che produrre qualcosa di significativo”.

Il video integrale dell’intervento di Edoardo Vigna è disponibile sul canale YouTube del Collegio Ghislieri.