Un grande passo avanti nella possibilità di sconfiggere l’amiloidosi: lo si deve ai risultati della ricerca condotta dal gruppo coordinato dal prof. Giampaolo Merlini, nostro Alunno già direttore del Centro per le Amiloidosi del Policlinico “San Matteo” di Pavia e Presidente del Comitato Scientifico per l’area di Biologia e Medicina del CRDU della Fondazione Ghislieri, appena pubblicati sulla rivista “Leukemia”.
Si tratta di uno studio di respiro internazionale, condotto tramite sessantotto centri su diciannove Paesi fra Europa, America e Asia, su pazienti affetti da questa rara malattia causata da cellule del midollo osseo che danneggiano in modo grave la funzione di organi vitali. I risultati, recita l’articolo, dimostrano che “il farmaco Ixazomib, comparato con il trattamento scelto dal medico curante, è ben tollerato, migliora la durata della risposta alla terapia, il tempo libero da malattia e la qualità della risposta alla terapia”. Inoltre, soprattutto, “rallenta significativamente la progressione del danno d’organo causato dall’amiloidosi”.
La rilevanza di questi risultati è stata a buon diritto sottolineata dal prof. Merlini: “Questo studio dimostra, per la prima volta in modo controllato, che un farmaco migliora la risposta alla terapia in pazienti che hanno ricadute con amiloidosi sistemica”, ha dichiarato alla Provincia Pavese. “Il controllo della malattia in queste persone consente di estendere ulteriormente la durata e la qualità della vita, offrendo speranza per un pieno controllo di questa malattia, fino a poco tempo fa considerata incurabile”. Per ulteriori informazioni riguardo a questa ricerca e alla sua importanza, è possibile rivedere l’intervista rilasciata al Tg2, in cui il prof. Merlini illustra i danni causati dall’amiloidosi e le prospettive riguardo alla cura.
La comunità ghisleriana si congratula col prof. Merlini per questa fondamentale scoperta, che fa seguito al riconoscimento conferitogli pochi mesi fa dalla International Society of Amyloidosis. Ricordiamo inoltre che proprio su impulso del prof. Merlini la Fondazione Ghislieri aveva indetto una raccolta fondi all’inizio dell’emergenza CoVid, per contribuire alla possibilità che il Policlinico San Matteo fronteggiasse la pandemia: nell’occasione erano stati raccolti circa 78.000 euro, utilizzati per l’acquisto di DPI e di un simulatore polmonare avanzato, imprescindibile strumento di ricerca e di formazione per i giovani medici impegnati nella rianimazione.
Giampaolo Merlini, Premio Ghislieri 2017 e ghisleriano dal 1970, è Professore ordinario di Biochimica clinica all’Università degli Studi di Pavia, dove si è laureato in Medicina e Chirurgia specializzandosi in Ematologia, Medicina di laboratorio e Medicina interna. Dal 1977 al 1985 si è dedicato all’attività di ricerca presso diverse Università in Europa e negli Stati Uniti, tra cui l’Università di Lund (Svezia), sotto la guida di Jan Waldenström, e la Columbia University di New York, dove Elliot Osserman lo ha introdotto alla ricerca nel campo delle amiloidosi sistemiche. Nel 1985, declinando un posto da Assistant Professor alla Columbia, è tornato al Policlinico San Matteo d i Pavia per organizzare e dirigere il Laboratorio di Immunochimica e Biochimica delle proteine e il Centro per lo studio e la cura delle amiloidosi sistemiche. Nel 1995 è stato nominato Direttore dell’Area tecnologie biomediche e biotecnologie presso i laboratori sperimentali del Policlinico. Dal 2015 è Direttore scientifico dell’IRCCS Policlinico San Matteo.