
“Io non sono che un vecchio professore, e come tutti i professori scrivo cose che nessuno legge”, ha considerato con amara ironia Angelo Giarda nel corso della sua ultima intervista, concessa a Luca Fazzo de Il Giornale nello scorso febbraio. Il grande pubblico ha tuttavia imparato a conoscere Giarda soprattutto come legale di Giuseppe Guzzetti e di Filippo Penati, oltre che per la sua partecipazione al processo intentato per il giallo di Garlasco.
“Che al professore Angelo Giarda tocchi essere ricordato come l’avvocato di Alberto Stasi – circostanza del tutto vera, per carità – rende bene l’approssimazione del dibattito pubblico della giustizia”, scrive Luigi Ferrarella sul Corriere della Sera, non mancando di ricordare l’affiliazione di Giarda al Collegio Ghislieri e sottolineando due aspetti fondamentali della sua attività. Da un lato, il suo precoce interesse per la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, che risale ormai a decenni or sono, ben prima che la rilevanza dei pronunciamenti di Strasburgo raggiungesse la vasta eco mediatica che ha oggi. Dall’altro, continua Ferrarella, “la curiosa ebbrezza di incarnare un volume: nel senso che il Giarda-Spangher è dal 1997 uno dei commentari di procedura penale più studiati, e il Giarda-Fiandaca è una delle edizioni più diffuse del Codice”.
“Gentilezza e competenza” sono i tratti distintivi di Giarda secondo il ritratto del Fatto quotidiano; la Repubblica rammenta il suo auspicio di una riforma della giustizia in cui il Governo intervenisse prestando ascolto “non solo ai magistrati ma anche a noi poveri professori”. Il suo allievo avv. Giulio Colli lo ricorda infine su La Provincia Pavese come “un avvocato vecchio stampo, molto schivo nei rapporti con i media, perché sosteneva che i processi si celebrano solo nelle aule giudiziarie. Ed era un uomo di rara dirittura morale”.
Entrato in Ghislieri nel 1959 e laureato nel 1963, Giarda ha intrapreso la carriera nel Foro di Milano ed è stato assistente di di Procedura penale a Pavia. È quindi passato dalle cattedre di Sassari e di Trieste prima di venire nominato Professore Ordinario alla Cattolica di Milano, fino alla pensione e alla nomina a Emerito. Negli anni ha mantenuto sempre vivo il legame col Collegio, partecipando con grande frequenza alla sua attività culturale e, in particolar modo, ai Seminari di Procedura Penale regolarmente organizzati dal Ghislieri.
Nell’intervista a Il Giornale, Giarda ha richiamato una volta di più l’attenzione del Governo sulle necessità della giustizia penale, a cominciare dalle carceri. “Oggi il sistema penitenziario tratta allo stesso modo chi è in carcere a espiare una pena definitiva e chi è in custodia cautelare”, spiegava: “Nelle stesse carceri ci sono colpevoli acclarati e individui che hanno diritto alla presunzione di innocenza”. E poi ancora “la vera parità tra accusa e difesa nel processo, la lealtà delle parti” e “le cosiddette prove atipiche”. Su Radio Radicale è disponibile un corposo catalogo di interventi di Angelo Giarda, che copre la sua attività dal 1987 al 2020; è significativo che uno dei primissimi, risalente a trent’anni fa, fosse intitolato “Emergenza giustizia”.
Angelo Giarda si è spento a Milano il 9 maggio 2021.