
“La psichiatria e la psicoterapia sono mestieri che si occupano dell’umano; laddove l’umano, che secondo le voci deontologicamente più pie è al centro dell’attenzione e degli sforzi congiunti dei partner, finisce per essere il prosciutto fra due fette di pane ben duro, le esigenze sociali e i costi delle cure. In questo contesto difficile, i terapeuti finiscono per avere la funzione lenitiva della maionese: meno ce n’è, più la si spalma”.
Inizia così il saggio della nostra Alunna Giuliana Galli Carminati, firmato con Federico Carminati e Giacomo Mirafiori che apre la raccolta Thérapeutique et social: le grand écart? (Giugi éditions, Ginevra, 2021, a cura di Giuliana Galli Carminati, Maud Struchen, Viviane Subirade Jacopit e Federico Carminati). Il libro offre, grazie a numerosi contributi di professionisti nel campo sanitario e psicoanalitico, una panoramica – per così dire – dal punto di vista della maionese: ossia del personale che deve garantire delle cure tenendo conto da un lato la necessità di ciascun paziente, dall’altro la questione dei costi sociali. In questo modo viene a crearsi ciò che, dal versante psicoanalitico ma non solo, può essere definito un vero e proprio “gioco al compromesso con la morte”.
Questione eterna, è diventata di stringente attualità negli ultimi mesi a causa dell’emergenza sanitaria dovuta alla pandemia. Nell’introduzione al volume la prof. Carminati scrive, insieme a Maud Struchen e Federico Carminati, che “per quanto ci si possa attendere il cambiamento in arrivo, ignoriamo la forza e la profondità delle ripercussioni che comporterà”. Ciò vale sia per i cambiamenti previsti, positivi o negativi, sia per quelli inattesi, felici o infelici; a maggior ragione per “i cambiamenti che modificano la storia, come a esempio il CoVid-19, che, inatteso e pandemico, ha cambiato la vita di tutti e, al momento in cui scriviamo questa introduzione, è appieno un punto interrogativo”.
A chi si rivolge dunque questo volume sul grande scarto fra sfera terapeutica e sfera sociale, che a sua volta rimanda al più radicato attrito – che risale a Marx e prima ancora a Hegel giù fino ad Aristotele e a Platone – fra “interesse personale e interesse sociale”? “Probabilmente”, rispondono Giuliana Galli Carminati e Federico Carminati, “sono i terapeuti che hanno passato la cinquantina ad avere più bisogno di libri che parlino della pratica clinica, anche se potrebbe apparire bizzarro che la lettura sia più utile agli anziani che ai giovani. Ma c’è una spiegazione. I giovani (non che questo libro non li riguardi affatto!) sono ancora carpiti dall’illusione, pensano davvero a curare-curare e, a modo loro, hanno le idee più chiare. Certo spesso troppo chiare, ciecamente chiare ma, se non altro, avendo dovuto battagliare meno a lungo in linea di principio con capi incompetenti e entourage imbrogliati, hanno energie intatte e una gagliarda volontà di agire”.
“Libri come questo”, concludono gli autori, “possono forse insegnare ai giovani qualcosa della pratica e, perché no, della teoria della cura; soprattutto però possono consolare i meno giovani col mal comune mezzo gaudio, facendoli sentire meno soli nel lungo cammino di disillusioni terapeutiche frammezzo alle mille incoerenze del mondo della cura. La terapia è un mestiere formidabile… e inutile, perché un giorno si scomparirà: ma questo gioco al compromesso con la morte non è perciò meno affascinante. Abbiamo scritto questo libro per sostenere chi pratica il mestiere della cura: perché ci accompagni nelle nostre peregrinazioni, come un paniere di datteri e una coppa d’elisir di lunga vita quando a sera ci si siede, dopo una giornata dura, e si contempla la luna”.
Oltre a Thérapeutique et social: le grand écart?, la produzione della prof. Carminati si è recentemente arricchita di altri volumi. È appena uscito il primo dei Cahiers de la SIPsyM, la Société Internationale de Psychanalise Multidisciplinaire, di cui la nostra Alunna è presidente. In febbraio inoltre è stato pubblicato (in inglese) il secondo tomo del monumentale Quantum Psyche, a cura di Giuliana Galli Carminati, Federico Carminati e François Marin, opera che aveva segnato la propria prima apparizione nel 2015.
Giuliana Galli Carminati è ghisleriana dal 1974. È psichiatra e psicoterapeuta a Ginevra e Professore associato di Salute mentale presso l’Università di Seul. Fino al 2013 è stata la Responsabile dell’Unité de Psychiatrie du Développement Mental presso gli Hôpitaux Universitaires de Genève. Oltre alla laurea in Medicina, conseguita a Pavia, ha al proprio attivo una laurea in Fisica presso l’Università di Roma “Tor Vergata” e un dottorato in Modellizzazione e Strumentazione medico-biologica presso l’Università di Grenoble. Ha fondato la Association pour le Travail Groupal thérapeutique et social e del Journal Européen de la Déficience Intellectuelle. Presiede il comitato della Société Internationale de Psychanalyse Multidisciplinaire.