Quale ruolo per gli insegnanti in Italia? – Gian Arturo Ferrari sul Corriere della Sera

“Povera scuola! Ci voleva la pandemia per metterla al centro dell’attenzione nazionale”, considera amaramente Gian Arturo Ferrari, il Presidente della Fondazione Ghislieri, dedicando all’istruzione un proprio intervento sul Corriere della Sera.

Pochi giorni dopo la riapertura in molte regioni, a seguito dei sei mesi di chiusura iniziati col lockdown, Ferrari spiazza il lettore argomentando che la preoccupazione dimostrata dal governo e dall’opinione pubblica in questi mesi non è parsa tanto incentrata sulla scuola quanto su “una nutrita serie di circostanze collaterali, i banchi, con e senza ruote, le mascherine, gli orari, i trasporti, le graduatorie”; quelli insomma che Ferrari definisce “gli accessori della scuola” e che, prontamente, vengono accantonati e dimenticati man mano che nuove emergenze si impongono all’attenzione collettiva.

Tristemente consapevole che il discorso sulla scuola sia sovente ammantato di “retorica e ipocrisia”, e del fatto che “per nessun governo della Repubblica la scuola è stata la principale preoccupazione”, Ferrari esprime l’impressione che i temi accessori vengano dibattuti “per aggirare le piaghe aperte e dolenti della nostra scuola”: nello specifico, la retribuzione degli insegnanti (che comporta uno scarso riconoscimento sociale e professionale) e i dati Pisa sul basso livello medio degli studenti italiani, sufficienti a concludere che “la nostra scuola non funziona”.

Senza risolvere questi due problemi capitali, scrive Ferrari, “è inutile avventurarsi nel futuro”; si potrà farlo soltanto quando la scuola cesserà di venir meno al proprio compito, ossia trasmettere di generazione in generazione l’idea che “lo studio, come il lavoro che deve fargli seguito, costa fatica”.

L’articolo è disponibile online in versione integrale sul sito del Corriere della Sera.

Gian Arturo Ferrari, ghisleriano dal 1963, è Presidente della Fondazione Ghislieri. Fino a tutti gli anni Ottanta ha fatto convivere l’insegnamento universitario – come Professore di Storia del Pensiero Scientifico presso l’Università di Pavia – e l’attività editoriale. Abbandonata l’accademia nel 1989, in Mondadori è stato Direttore Libri nei primi anni Novanta e, dal 1997 al 2009, Direttore Generale della Divisione Libri. Dal 2010 al 2014 ha presieduto il Centro per il libro e la lettura, presso il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali. Dal 2015 al 2018 è stato Vicepresidente di Mondadori Libri. Ha pubblicato il saggio Libro (Bollati Boringhieri, 2014) e il romanzo Ragazzo italiano(Feltrinelli, 2020), finalista al Premio Strega. A questa prova narrativa Ghislieri.it ha dedicato una lettura approfondita.