Si avvicina il centocinquantesimo anniversario e “Robinson”, il settimanale culturale di Repubblica, dedica alla breccia di Porta Pia la copertina e un ampio dossier di otto pagine. Antonio Di Pierro ricostruisce ora per ora il 20 settembre 1870; Filippo Ceccarelli descrive la Roma di un secolo e mezzo fa; Maurizio Maggiani immagina come sarebbe stata l’Italia (magari con Vercelli capitale) qualora Roma fosse rimasta in territorio pontificio. A loro si aggiunge la nostra Alunna Arianna Arisi Rota, professore ordinario di Storia Contemporanea all’Università di Pavia, che racconta il ruolo delle donne in quella definitiva svolta del Risorgimento.

Potrebbe apparire che un evento sostanzialmente militare come la breccia di Porta Pia possa essere interpretato come evento completamente maschile, ed è vero che nel tentativo di Repubblica Romana di pochi decenni prima le donne avevano partecipato più attivamente, scrive la prof. Arisi Rota, “eppure, nella cesura del 20 settembre 1870 è possibile ritrovare voci, gesti e pensieri di donne di vari strati sociali e di vario sentire politico”. La sua ricognizione va dapprima in cerca di “tracce di donne contro”, affiliate all’aristocrazia papalina, come la marchesa Cecilia Serlupi Crescenzi, nata FitzGerald, che ha lasciato un prezioso diario degli eventi. Dall’altro versante si colloca invece Antonietta Angelica Zucconi, ovvero la principessa Julie Bonaparte, la quale, riparata a Roma per fuggire all’attacco prussiano alla Francia, fece da mediatrice fra le donne della vecchia aristocrazia romana e le nuove notabili, come le mogli di Agostino Depretis e Marco Minghetti, rispettivamente Amalia Flarer e Laura Acton. A queste e ad altre figure femminili della Roma del 1870, la prof. Arisi Rota accosta anche le donne idealizzate, personificazioni di volta in volta dell’Italia e di Roma, raffigurate nell’iconografia dell’epoca: a cominciare dal celebre olio su tela Plebiscito Romano di Luigi Riva (1874), custodito presso il Museo del Risorgimento di Milano a Palazzo Moriggia.
È forse questo quadro il miglior simbolo dell’ampia lettura con cui la prof. Arisi Rota interpreta la breccia di Porta Pia come un ulteriore passaggio nel progresso dell’identità politica femminile: un’immagine in cui “la donna che vota sembra anticipare di quasi ottant’anni l’emozione dell’elettrice italiana nel 1946”.
Il numero 197 di Robinson resterà in edicola tutta la settimana.
Arianna Arisi Rota, ghisleriana dal 1983, è membro del Consiglio Direttivo dell’Associazione Alunni del Collegio Ghislieri, di cui è Vicepresidente. È Professore ordinario di Storia Contemporanea presso l’Università degli Studi di Pavia, dove tiene i corsi di History of Diplomacy e Storia dell’Italia contemporanea. Dal 2002 al 2013 ha gestito e implementato la mobilità internazionale del Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali dell’ateneo pavese; dal 2013 al 2019 è stata Delegato del Rettore dell’Università di Pavia per il fundraising internazionale. Autrice di più di cento scritti scientifici, fra i suoi libri più recenti segnaliamo Risorgimento. Un viaggio politico e sentimentale (Il Mulino, 2019), 1869: il Risorgimento alla deriva. Affari e politica nel caso Lobbia (Il Mulino, 2015), e I piccoli cospiratori. Politica ed emozioni nei primi mazziniani (Il Mulino, 2010). Ha curato con Marina Tesoro la mostra “Le Università erano vulcani. Studenti e professori di Pavia nel Risorgimento”, in occasione del 650° anniversario della fondazione dell’Università di Pavia; nonché il volume collettaneo Ghislieri450. Un laboratorio d’intelligenze (Einaudi, 2017), in occasione del 450° anniversario della fondazione del Collegio Ghislieri.