Il coronavirus nel bulbo olfattorio – Lo studio di Patrizia Morbini su JAMA Otolaryngology

Il coronavirus penetra nel sistema nervoso dal naso. La dimostrazione che consente di asserirlo con certezza si deve a un case report della prof. Patrizia Morbini, Alunna del Collegio Ghislieri e Professore associato di Anatomia patologica all’Università degli Studi di Pavia, illustrato nell’articolo Ultrastructural Evidence of Direct Viral Damage to the Olfactory Complex in Patients Testing Positive for SARS-CoV-2 sulla rivista “Jama Otolaryngology”, firmato da Patrizia Morbini, Marco Benazzo, Laura Verga, Fabio Pagella, Francesco Mojoli, Raffaele Bruno e Carlo Marena.

Il procedimento è consistito nell’osservazione clinica su due pazienti per mezzo di microscopia elettronica. “Le manifestazioni neurologiche sono comuni nei pazienti con CoVid-19, in particolar modo nei casi gravi”, argomenta lo studio. “I meccanismi sottostanti il danno neuromuscolare sono oggetto di corpose ricerche e speculazioni scientifiche. Questo studio riporta i rinvenimenti clinico-patologici e ultrastrutturali osservati post mortem nel sistema olfattorio di due pazienti affetti da SARS-CoV-2 con tampone nasale positivo, sottoposti a una dissezione nasale endoscopica del complesso olfattorio”.

 “Per quanto riguarda il naso e in particolare la mucosa olfattoria, che abbiamo isolato specificamente”, spiega Patrizia Morbini all’Ansa, “anche qui abbiamo osservato la presenza di abbondanti particelle virali, associate a infiammazione, in entrambi i pazienti studiati. La nostra rappresenta la prima evidenza di un diretto coinvolgimento del bulbo olfattorio da parte del SARS CoV-2, che va a supportare i dati strumentali di danno in quest’area in pazienti CoVid, e l’evidenza clinica di compromissione dell’olfatto. Ciò suggerisce che questo virus, come altri coronavirus, è in grado di raggiungere il sistema olfattorio attraverso le fibre dei recettori della mucosa olfattoria”.

La notizia ha avuto ampio risalto sulle testate giornalistiche. Infatti questa dimostrazione clinica consente di spiegare la perdita di olfatto nei pazienti affetti da CoVid nonché di gettare basi più concrete per la prevenzione.